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Interpellanza su Fiat

By 01/09/2010Febbraio 17th, 2024Interrogazioni e Interventi

LA FIAT, IL GOVERNO E IL SISTEMA DELLE RELAZIONI INDUSTRIALI

Interpellanza di Mauro MARINO, Magda NEGRI, Stefano CECCANTI (PD)

“Alla domanda che ci pone la Fiat (come ogni altra multinazionale interessata a investire da noi) sull’effettività degli assetti contrattuali innovativi dobbiamo rispondere prima di tutto colmando la grave lacuna nel nostro sistema di relazioni industriali, che lo espone alla paralisi nei casi di dissenso tra le confederazioni sindacali maggiori”: così dichiarano i Senatori del PD del Piemonte Mauro MARINO, Magda NEGRI e Stefano CECCANTI che hanno sottoscritto l’Interpellanza urgente (primo firmatario il Sen. Pietro ICHINO) con cui il PD denuncia l’inerzia del Governo e al tempo stesso indica i compiti dello Stato per il superamento dei difetti gravi che chiudono il sistema Italia agli investimenti stranieri.

TESTO DELL’INTERPELLANZA

Premesso che
– la Fiat, in funzione del proprio piano di sviluppo della produzione automobilistica in Italia denominato “Fabbrica Italia” ha annunciato alcune scelte assai gravi, tra le quali la propria uscita dal campo di applicazione del contratto collettivo nazionale del settore metalmeccanico, motivandole con l’incompatibilità del contratto stesso e del sistema contrattuale in cui esso si inserisce con l’esigenza di attuazione del proprio piano industriale in condizioni di sufficiente certezza;
   – a fronte di questa iniziativa il nostro Paese si rivela incapace, al tempo stesso, di rafforzare la posizione economica e contrattuale dei propri lavoratori delle fasce professionali più basse e di promuovere e sostenere gli investimenti nazionali e stranieri  (in Europa solo la Grecia fa peggio di noi),  a causa del difetto di efficienza dei servizi pubblici a supporto dell’impresa, dell’insufficienza delle infrastrutture e del sistema della formazione professionale, dell’inadeguato investimento in ricerca e sviluppo, del costo troppo alto dei servizi alle imprese, delle situazioni di illegalità diffusa, ma anche a causa dell’inadeguatezza del sistema nazionale delle relazioni industriali;

si chiede quali iniziative i ministri per lo Sviluppo economico e per il Lavoro e le Politiche sociali intendano adottare

   –          per stimolare il sistema  delle relazioni industriali a darsi urgentemente le regole in materia di rappresentanza e di rapporti tra contrattazione collettiva nazionale e aziendale di secondo livello, indispensabili per garantire – con l’efficacia ed effettività della contrattazione sui piani industriali innovativi – l’apertura del tessuto produttivo nazionale all’innovazione di processo e di prodotto;
   –          per aprire un confronto con le parti sociali circa la possibilità di un intervento del legislatore in via sussidiaria e provvisoria, volto all’emanazione  di una disciplina della rappresentanza e della contrattazione collettiva che migliori la regolazione colmando la lacuna attuale dell’ordinamento delle relazioni sindacali;
   –          per rafforzare la posizione economica – e quindi anche contrattuale – dei lavoratori appartenenti alle fasce professionali più basse col ridurre drasticamente l’imposta sui redditi di lavoro più bassi, destinando alla relativa copertura finanziaria tutto il provento della lotta contro l’evasione fiscale previsto e contro gli sprechi nelle amministrazioni pubbliche;
   –          per attivare una negoziazione del Governo con  le parti sociali  in materia di infrastrutture, di ricerca applicata, di formazione e riqualificazione professionale, di assistenza e sostegno ai processi di ristrutturazione industriale, idonee a incentivare la dislocazione in Italia degli insediamenti produttivi più avanzati sul piano tecnologico ed organizzativo, da portare rapidamente al confronto parlamentare, al fine di assumere coerenti iniziative sul piano della programmazione economica e, laddove necessaria, dell’iniziativa legislativa;
   –          in linea generale per porre il Paese nella condizione di consolidare la propria struttura produttiva, migliorandone la capacità di innovazione e la competitività, e di attirare investimenti, eliminando i fattori che oggi scoraggiano l’iniziativa industriale  sul nostro territorio.

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MAGDA NEGRI

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