Atto n. 4-02384
Pubblicato il 13 luglio 2007
Seduta n. 192
NEGRI , ZANONE – Ai Ministri degli affari esteri e della pubblica istruzione. –
Premesso che:
la situazione delle scuole italiane in Belgio si fa sempre più grave. Da notizie di stampa si apprende che nelle scuole europee della capitale belga ben presto non ci saranno più sezioni italiane poiché autorità dell'Unione europea tenderebbero a favorire altre lingue e culture, come quella finlandese;
il trasferimento della sezione di lingua italiana della scuola europea da Bruxelles ad una scuola fuori città (Laeken), disagiata periferia, per risolvere il problema del sovraffollamento delle vecchie classi, deliberato nel 2005, ha causato non pochi disagi ai ragazzi che sono costretti per più di due ore al giorno a stare sullo scuolabus, per percorrere i 25 chilometri che separano il centro da Laeken;
i genitori hanno reagito coinvolgendo le autorità preposte, riuscendo a bloccare il trasferimento e ottenendo dalla Commissione europea di affidare ad un nuovo comitato, il Cea, la gestione della transizione con "intelligenza e flessibilità". Purtroppo il Cea ha bloccato tutte le iscrizioni degli italiani nelle vecchie scuole e li ha dirottati verso l'istituto in periferia;
i risultati che si prevedono per il 2008 sono a dir poco drammatici: il principale dei vecchi istituti cittadini accetterà solo cinque "primini" italiani, con il rischio di avere una classe unica dalla prima alla terza elementare e la conseguenza che gli italiani si stanno disperdendo nelle scuole inglesi, francesi e belghe. Inoltre, la sezione italiana, alla quale per il prossimo anno avrebbero avuto diritto ad iscriversi almeno cinquecento nuovi bambini, chiuderà per esaurimento di scolari;
alle ripetute proteste da parte di genitori ed insegnanti la Commissione europea ha sempre dato sorde risposte di ordine burocratico;
il Vice Presidente dell'esecutivo comunitario, Franco Frattini, nel febbraio 2007 ha chiesto al Presidente Napolitano una scuola italiana a Bruxelles, affermando che "ci sono più italiani a Bruxelles che in una media provincia italiana". Nella capitale belga, scrive Frattini "sono 30.000 i cittadini italiani" e "300.000 in tutto il Belgio. È quindi preoccupante che, dopo oltre mezzo secolo di presenza massiccia degli italiani in Belgio, e considerata la crescente importanza strategica di Bruxelles, non esista alcuna scuola italiana";
la scuola rappresenta l'unico modo di trasmettere la cultura e i valori italiani alle generazioni future e il problema è particolarmente preoccupante a Bruxelles, dove appunto gli italiani rappresentano la più grande comunità straniera, ma dove non esiste alcuna scuola italiana. Le sole scuole che garantiscono l'insegnamento nella lingua madre per i 30.000 concittadini che abitano nella capitale belga sono le scuole europee, ma all'interno delle scuole europee la lingua italiana è sempre più penalizzata, e le sezioni non sono sufficienti a soddisfare le richieste, tanto che si è pensato di mandarle all'altro capo della città;
ancora una volta si è davanti ad un caso di discriminazione grave nei confronti del Paese, cui le autorità dovrebbero rispondere con fermezza,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo non ritengano che con il trasferimento della scuola da Bruxelles a Laeken la situazione, invece che risolversi, non si sia aggravata;
se non ritengano opportuno di dover intervenire con urgenza a favore dei concittadini e della difesa della cultura italiana nel mondo e istituendo al più presto una scuola tutta italiana.