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Interrogazione sulla modifica del titolo V

Pubblicato il 28 settembre 2006
Seduta n. 41

NEGRI – Ai Ministri dell'università e della ricerca e dell'istruzione. –
Premesso che,
la modifica del Titolo V della Costituzione ha introdotto rilevanti novità in materia di diritto allo studio universitario. In particolare, oltre ad essere ridefinite le competenze di Stato e Regioni, il diritto allo studio universitario si configura non come un principio generale, ma come insieme di specifici e ben definiti diritti di singoli cittadini, che devono essere soddisfatti;

 

a seguito di tali modifiche, come sostengono le Regioni:
non è più sostenibile l’assegnazione della borsa di studio ad una sola parte degli studenti idonei (attualmente la media nazionale è di circa il 75%), con l’esclusione di un’altra cospicua parte (ammontante nel 2003 a circa 45.600 studenti) dal godimento di una prestazione che, sulla base del novellato Titolo V, è da ritenersi livello essenziale del diritto allo studio universitario;
non è, inoltre, più sostenibile una situazione in cui continua ad essere utilizzato un apparato normativo e regolamentare incompatibile con le nuove competenze esclusive tanto dello Stato quanto delle Regioni;
non essendo conseguentemente possibile usare il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri come strumento normativo per definire i livelli essenziali delle prestazioni, le Regioni ritengono necessario pervenire, in tempi ragionevolmente brevi, alla revisione della legge 2 dicembre 1990, n. 390;
tenuto conto che:
non è ancora stato erogato alle Regioni il saldo del Fondo statale di riparto per le borse di studio dell’anno 2005;
nulla si sa ancora del Fondo statale di riparto per le borse di studio dell’anno 2006; non sono ancora pervenute nemmeno le schede per la compilazione da parte delle Regioni dei dati necessari alle operazioni di riparto da parte del Ministero, ai sensi del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 9 aprile 2001, attualmente ancora in vigore,
si chiede di sapere:
se si intenda riavviare un confronto aperto con le Regioni, finalizzato all’individuazione di principi condivisi da porre alla base della nuova normativa in materia di diritto allo studio universitario, nonché di un percorso che consenta di passare con gradualità dall’attuale sistema di regole e procedure all’individuazione di precise garanzie per i cittadini volte ad assicurare l’indispensabile continuità nell’erogazione dei benefici e delle borse di studio, anche attraverso l’elaborazione di Accordi annuali, da assumere in sede di Conferenza Stato-Regioni;
se si intenda stanziare ulteriori risorse finanziarie da destinare alla costruzione di residenze universitarie, da realizzarsi ai sensi della legge 338/2000.

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