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Interventi in aula su modello di difesa e due pesi due misure sui diritti religiosi

By 28/11/2010Maggio 27th, 2024Politica

Sono intervenuta nei giorni scorsi in aula (si veda qui di seguito mio  intervento in Leggi Tutto) nella discussione sul nuovo modello di difesa e ho incontrato l'Alto Commissario in Kosovo per l'IOnu, un ambasciatore italiano molto capace.  Il Kosovo è una terra di mezzo, con grande incertezza del diritto, in cui si trovano a operare i militari italiani.

Ho anche risollecitato la risposta a una mia interrogazione parlamentare sull'abuso di delibere di certi comuni in materia di diritti religiosi. Varallo Sesia, in Piemonte, ad esempio, dove si è vietato il bagno nei torrenti con il burkini. Intervenendo ho collegato  il silenzio sulla vicenda che ho appena citato, cui se ne aggioungono altre, all'l'interventismo governativo, contrapposto,  del Governo sulle delibere comunali che riguardano il testamento biologico, come avvenuto a Torino dove è stato previsto un registro per depositare le proprie volontà sul fine vita.  Si notano proprio due pesi e due misure da parte del governo.

AULA DEL SENATO 24 NOVEMBRE

intervento della Sen. NEGRI

MAGDA NEGRI (PD). Sebbene siano impostate in modo diverso, e` senz’altro
possibile ed auspicabile trovare un punto di equilibrio tra le due mozioni
in esame. Il dibattito odierno giunge in un momento in cui anche altri
Paesi europei sono impegnati in un ripensamento dei loro modelli di difesa
ed hanno avviato approfondite discussioni in merito. La situazione
italiana richiede che non ci si limiti oggi a lamentare i tagli alle spese
e le difficolta` che ne conseguono, ma si recuperi un atteggiamento riformatore
da parte di tutte le forze politiche, in grado di affrontare i nodi
strutturali della questione. E ` necessario, in particolare, reperire le risorse
per procedere ad un’ulteriore professionalizzazione delle Forze armate e
ad un profondo ricambio generazionale del personale. Ai fini di un piu`
ampio ed approfondito dibattito in Parlamento e nel Paese, sarebbe inoltre
opportuno predisporre la redazione di un documento in grado di fornire
un’informazione trasparente e sistematica su tutte le tematiche che riguardano
il settore della difesa.

NEGRI (PD). Signor Presidente, mi consentira` il Capogruppo dell’Italia
dei Valori di osservare che forse potremmo essere piu` aperti a una
disamina temporalmente attenta all’equilibrio delle due mozioni. La mozione
a prima firma del senatore Scanu e` stata presentata per prima e
ha assolutamente voluto centrare il problema della ristrutturazione delle
Forze armate e dell’integrazione europea. La mozione a prima firma del
senatore Cantoni ha forse voluto, piu` peculiarmente, riflettere e accentuare
l’assoluta novita`, anche ai livelli strategici e militari, determinatasi nel
Vertice di Lisbona, conclusosi pochi giorni fa, e il cui esito e` all’attenzione
delle cancellerie e degli stati maggiori europei proprio in queste ore.
E proprio in queste ore in Francia sta divampando una discussione, su
piu` fronti politici, sulla sostenibilita` del recentissimo e importantissimo accordo
anglo-francese sull’integrazione missilistica, delle portaerei, dei
5.000 uomini comuni, siglato soltanto all’inizio di novembre nella prospettiva
di una maggiore integrazione europea e NATO e di una partnership
con la Russia, che lo stesso Accordo di Lisbona, successivo di soli 20
giorni, propone.
Attualmente in Francia e in Inghilterra si stanno contabilizzando le
spese necessarissime, che lo scudo antimissile imporra` a tutti gli Stati europei:
200 milioni di euro solo per gli alti comandi e 2.000 milioni di euro
per 10 anni (cosı` hanno contabilizzato gli inglesi) da ripartire fra gli Stati
europei.
Come possiamo tenere distinte queste due dimensioni strategiche, di
integrazione di armamenti ed anche di accresciuti oneri per gli armamenti
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465ª Seduta (antimerid.) Assemblea – Resoconto stenografico 24 novembre 2010
e le spese militari, pur nella santissima e bellissima ottica della denuclearizzazione
crescente proposta dall’ultimo Accordo di Lisbona?
Credo che possiamo cercare delle prospettive comuni. Come affermava
opportunamente il senatore Pegorer, la nostra discussione – e ben
venga questa discussione – cade nel momento in cui i tedeschi passano
dall’esercito di leva a quello professionale, non andando esattamente d’accordo
con francesi e inglesi sul giudizio da dare a Lisbona. I francesi
hanno appena finito di elaborare il Libro bianco sulla Difesa; gli inglesi,
con il Green Paper, hanno ristrutturato piu` profondamente di altri il sistema
di difesa, spostando addirittura i Royal marines all’Esercito e ponendo
in essere un processo di interforze e di sinergia tra i vari armamenti
di notevole intensita`; esattamente il contrario di quanto avviene da noi
dove il processo interforze e` molto piu` labile.
Nell’ambito di questo generale dibattito e` molto sensato che non ci si
chieda quale sia la dimensione internazionale, i vincoli internazionali,
nonche´ la fattibilita` dei processi di riforma locale.
La questione piu` importante per noi – sono d’accordo con quanto ha
detto poc’anzi il senatore Pegorer, con il quale abbiamo discusso oggi in
Commissione – e` uscire da questa eterna novella descrittiva. Ogni anno,
infatti, descriviamo i tagli delle spese, particolarmente dolorosi quelli dell’esercizio,
e le varie difficolta`, ma non riusciamo ad aggredire i nodi. Occorrerebbe
avere unitariamente un atteggiamento riformistico. Cosa siamo
in grado di riformare? Cosa possiamo riformare? Da dove si comincia?
Questo e` il problema vero, che coinvolge sia la maggioranza che l’opposizione.
Giustamente, il senatore Pegorer ha citato l’ultima valutazione del
Consiglio supremo di difesa. Una discussione era iniziata anche in Commissione
bilancio al Senato per arrivare ad una ulteriore professionalizzazione
e a un ringiovanimento delle Forze armate. Il grande dramma di
quest’anno e` che il ringiovanimento non va avanti e si rischia di bloccare
gli arruolamenti. Per fare questo bisogna trovare le risorse per far scivolare
gli ufficiali cinquantacinquenni nelle pubbliche amministrazioni e
dare dei percorsi privilegiati, anche dei percorsi di pensionamento privilegiato,
cosı` come avviene in Inghilterra, ad esempio, e la fluidita` di scambio
tra Forze armate e industria.
Se non aggrediamo in tempo utile – che non e` fino al 2021 – la resistenza
profonda e strutturale di un personale di grandissimo valore, ma
che – come in ogni altro settore della pubblica amministrazione – stagna e
invecchia, non riusciamo a riciclare e a professionalizzare, profondamente
e in senso nuovo, e a dare una speranza a quei giovani colti e desiderosi di
fare un investimento in una vita militare nuova, che e` una risorsa per il
Paese.
Dov’e` l’altro nodo politico? Anche questo e` stato detto dal senatore
Scanu. L’altro nodo politico e` che non riusciamo a fare (ce ne siamo accorti
– specialmente i colleghi della Commissione bilancio – quando non
si riusciva mai a capire davvero dov’erano le poste per gli investimenti in
armi) quello che opportunamente sollecita di fare la Commissione della
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465ª Seduta (antimerid.) Assemblea – Resoconto stenografico 24 novembre 2010
Camera dei deputati che ha svolto l’indagine conoscitiva sull’acquisizione
dei sistemi d’arma, che suggerisce una sorta di rolling document che il
Governo propone alle Commissioni bilancio, alle Commissioni difesa, al
Parlamento tutto, in modo da dare trasparenza e sistematicita` per la conoscenza
di tutte le materie (di personale, giuridiche, di investimenti d’arma,
di formazione professionale) che riguardano la difesa. Solo in questo
modo riusciamo a fare di questo settore argomento di dibattito pubblico
e non argomento di una particolare branca del pubblico impiego: perche´
questo non e` pubblico impiego.

 

Mozioni sul modello di difesa
(1-00288) (29 giugno 2010)
SCANU, FINOCCHIARO, PEGORER, AMATI, DEL VECCHIO,
FOLLINI, GASBARRI, NEGRI, PINOTTI.
– Il Senato,
tenuto conto che:
la crisi finanziaria internazionale ed esigenze di bilancio rendono
necessario intervenire sulla spesa pubblica anche riconsiderando impegni
programmati, e cio` alla luce della logica di tagli lineari del 10 per cento
nelle assegnazioni previste per i Ministeri;
e` opportuno dare seguito alle indicazioni del Consiglio supremo di
difesa del 10 marzo 2010, secondo cui l’attuazione di una comune politica
estera e di difesa e sicurezza in ambito UE costituisce obiettivo vitale per
gli Stati membri e per la crescita dell’Europa, al duplice scopo di concorrere
alla costruzione di uno strumento politico-militare comune piu` efficace
dal punto di vista operativo e piu` economico;
considerato che:
per quanto riguarda le spese per la difesa risulta inaccettabile qualunque
riduzione per tutto cio` che e` necessario a garantire la sicurezza dei
contingenti militari impiegati fuori area, in termini di mezzi, supporto logistico
e addestramento;
i tagli lineari attuati con la manovra finanziaria di cui al decretolegge
n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133
del 2008, hanno gia` sottratto alle spese per l’esercizio un miliardo e
mezzo di euro per il triennio, riducendo le risorse destinate alla funzione
difesa nella misura dello 0,87 per cento del PIL, dato finanziario molto
distante da quello previsto nelle principali nazioni europee, ed incidono
pesantemente nei settori del reclutamento, dell’addestramento, della manutenzione
dei mezzi operativi e delle infrastrutture e nel mantenimento a
livello delle scorte, fino a mettere a rischio la funzionalita` e l’efficienza
dello strumento militare;
analoghe conseguenze negative si sono determinate nel settore del
personale, dove il progetto di professionalizzazione delle Forze armate e
l’indispensabile bilanciamento quantitativo tra le varie categorie hanno subito
sostanziali rallentamenti, impedendo tra l’altro il transito di un’aliquota
dei volontari in ferma determinata negli organici delle Forze di polizia,
come previsto all’atto del loro arruolamento;
il settore degli investimenti per l’acquisizione dei sistemi d’arma
ha fruito delle risorse finanziarie relative alle programmazioni di lunga du-
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465ª Seduta (antimerid.) Assemblea – Allegato A 24 novembre 2010
rata approvate dal Parlamento negli ultimi decenni, sulla base del modello
di difesa definito nell’anno 2000, su 190.000 uomini, ed in ottemperanza
degli impegni assunti dal Paese in ambito internazionale;
l’area industriale della difesa e` stata drasticamente ridimensionata
nelle sue capacita` produttive, in particolare nei centri di manutenzione
di secondo e terzo livello che oggi rappresentano autentiche realta` industriali
abbandonate dallo Stato ad un lento declino;
non appare in alcun modo possibile ne´ realistico sostenere ulteriori
riduzioni delle risorse da destinare alle spese di esercizio, riduzioni come
quelle contenute nella manovra finanziaria del Governo assunta con il decreto-
legge n. 78 del 31 maggio 2010;
rilevato che:
e` iniziata in Parlamento la discussione sul nuovo modello di difesa,
che dovra` necessariamente tenere conto dei radicali mutamenti intervenuti
nello scenario geopolitico mondiale;
in tale quadro, ulteriori consistenti tagli lineari del bilancio della
difesa comprometterebbero la funzionalita` e l’efficienza dello strumento
militare;
appare opportuno rimodulare la politica degli investimenti sui sistemi
d’arma, coerentemente con le scelte relative al nuovo modello di difesa
ed in linea con quanto sta avvenendo in altri Paesi europei e negli
Stati Uniti;
rilevato inoltre che, nell’attuale situazione di dichiarata crisi finanziaria,
la politica del competente Ministero della difesa appare sempre piu`
improvvisata, oscillante, indeterminata e reticente nelle motivazioni delle
decisioni in ordine alla sicurezza del personale, all’efficienza dello strumento
militare nei diversi scenari d’impiego e agli stessi programmi d’investimento,
impegna il Governo:
a considerare, nella definizione dei tagli da apportare ai diversi Ministeri,
le decisioni restrittive assunte nel recente passato nei confronti
delle risorse relative all’esercizio ed al reclutamento per la funzione difesa;
ad assicurare, con l’urgenza che la gravita` della situazione impone,
la propria disponibilita` ad offrire il necessario apporto conoscitivo a sostegno
della discussione sul nuovo modello di difesa, presso le Commissioni
congiunte (Difesa) di Camera e Senato, di cui si auspica una sollecita ripresa;
a dare impulso a tutte le possibili sinergie a livello europeo, sia dal
punto di vista delle politiche industriali che degli assetti operativi, al fine
di accelerare la costruzione di uno strumento militare comune europeo;
a sostenere, con un’attiva partecipazione, lo sforzo internazionale
per il disarmo, in primo luogo quello nucleare, la non proliferazione nucleare
e il sostegno a misure di cooperazione e fiducia anche nei settori
convenzionali;
a verificare l’utilita`, le priorita`, i tempi d’attuazione ed i costi di
tutti i programmi d’armamento;
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ad invertire la logica dei tagli lineari al bilancio della difesa previsti
nella manovra finanziaria del Governo, per programmare, invece, un criterio
di tagli selettivi;
nel presupposto che non sia piu` accettabile effettuare nuovi tagli
sull’esercizio, a valutare, nell’ambito del suddetto nuovo modello di difesa,
e dell’auspicata integrazione degli strumenti di difesa europei nonche´
del ruolo dell’Italia nell’ambito della comunita` internazionale, quali investimenti
sui programmi d’armamento mantenere, quali cancellare, sospendere
o rinviare.
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