Skip to main content

Intervento su presenza femminile nelle tribune elettorali

By 21/05/2009Maggio 27th, 2024Interrogazioni e Interventi

 

SENATO DELLA REPUBBLICA
—— XVI LEGISLATURA ——

211a SEDUTA PUBBLICA
RESOCONTO
SOMMARIO E STENOGRAFICO
MERCOLEDÌ 20 MAGGIO 2009
(Pomeridiana)
_________________
Presidenza del presidente SCHIFANI,
indi della vice presidente BONINO
_________________
N.B. Sigle dei Gruppi parlamentari: Italia dei Valori: IdV; Il Popolo della Libertà: PdL; Lega Nord Padania: LNP; Partito Democratico: PD; UDC, SVP e Autonomie: UDC-SVP-Aut; Misto: Misto; Misto-MPA-Movimento per l'Autonomia: Misto-MPA.
_________________

 

 

NEGRI (PD). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
NEGRI (PD). Signora Presidente, siamo ormai nel pieno della campagna elettorale per le elezioni europee, combattuta grazie al mantenuto (purtroppo, a parer mio) sistema delle preferenze, con grande dispendio economico e di mezzi.
Circa 20 giorni fa la Commissione di vigilanza Rai ha emanato un regolamento che, all'articolo 9, così suona: «Per l'elezione dei rappresentanti italiani al Parlamento europeo la Rai organizza sulle reti nazionali, in orario di buon ascolto, le tribune politiche-elettorali (…) con la formula del confronto tra un numero di partecipanti compreso fra tre e sei, e di norma, se possibile, fra quattro partecipanti (…) raccomandando l'attenzione all'equilibrio di genere tra le presenze».
A metà della campagna elettorale in corso, nelle suddette tribune sono finora intervenuti 28 rappresentanti dei soggetti aventi titolo in base all'articolo 3 (una casistica molto ricca), e di essi solo quattro sono donne. Vorrei pertanto invitarvi a una riflessione. Le donne, anche in testa di lista, forti dirigenti e forti parlamentari uscenti, sono spesso ricche solo del loro lavoro, della loro fatica e delle loro idee.
Se anche il servizio pubblico, che pure attribuisce a se stesso una funzione di organizzazione funzionale alla norma di parità, quasi a metà corso scopre di avere garantito soltanto un settimo di presenza femminile nelle tribune elettorali per le elezioni europee, allora c'è qualcosa che non funziona: la norma è vaga, è soltanto una forma di moral suasion, non è imperativa, oppure è genericamente rivolta non allo stesso servizio pubblico, ma ai partiti e ai soggetti politici, che non la recepiscono.
Penso quindi che la Commissione di vigilanza Rai, ma anche le Camere, l'opinione pubblica e i parlamentari debbano farsi carico di garantire che in questa tremenda campagna elettorale, dove varranno i blocchi organizzati e i soldi, almeno la televisione pubblica dia alle donne candidate uno strumento di pari opportunità! (Applausi dal Gruppo PD).

 

Close Menu

MAGDA NEGRI

www.magdanegri.it

IL MIO PARTITO