Ho partecipato all’inaugurazione dell’anno accademico del Politecnico torinese. Molto pathos per gli accordi stretti con le università e i centri di ricerca americani, ma sconcertante la risultanza della nuova social agenda per le città. Il Politecnico a Torino ha nuovamente mostrato la volontà politica di proporsi come istituzione multifattoriale, ma lo scenario di sviluppo delle megalopoli asiatiche e centro americane non prevede per Torino nessuno sviluppo di Pil da qui al 2025.
L’unica consolazione è che nessun studioso aveva comunque previsto le rivoluzioni nel maghreb!!!Il Rettore di fronte a queste affermazioni non si è scomposto, ma i docenti sì! Anche gli ingegneri hanno un cuore.