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L’interregno di Renzi

By 06/03/2018Attualità

NON SI SFUGGA AL TEMA VERO: UN PARTITO DELLA SINISTRA – di Emmanuele Macaluso

La sconfitta del Pd e di Liberi e Uguali pone un interrogativo: siamo di fronte al tramonto della sinistra? So bene che alcuni pensano e dicono che il Pd non è un partito di sinistra e che la sinistra, come dicevano Grasso e i suoi amici, era ormai solo nel loro movimento. Oggi dovremmo concludere che la sinistra in Italia è solo un po’ più del 3%. Io, invece, penso che nel Pd e nei suoi elettori ci sia il popolo di centrosinistra e un pezzetto di sinistra certamente sta in Liberi e Uguali. Qual è dunque il problema?

Il fatto è che in Italia, da anni, non c’è un partito di centrosinistra né un partito di sinistra. Ci sono stati comitati elettorali, gruppi parlamentari, gruppi consiliari regionali e comunali ma non c’è stato un partito. Il quale è tale se ha un chiaro asse politico-culturale, una organizzazione diffusa tra le masse popolari, organi dirigenti collettivi che siano tali; non assemblee che battono le mani al Capo. È chiaro che se nel Pd si vuole aprire un dibattito, come dovrebbe essere obbligatorio dopo questo risultato elettorale, dovrebbe essere proprio questo il tema centrale. Il tema del partito.

Ed è chiaro che a guidare questo dibattito non potrà essere chi ha puntato sul partito personale o, meglio, su un comitato elettorale personale e ha rottamato non una o dieci persone ma il partito stesso. In Germania l’Spd ha subito sconfitte ma ha reagito in ogni caso e, come abbiamo visto con il referendum interno, ad assumere decisioni fondamentali sono stati i militanti, gli iscritti al partito. In Gran Bretagna, piaccia o no, Corbyn è stato eletto in due congressi, con dibattiti anche infuocati, con mozioni diverse e votazioni democratiche.
Voglio dire che dovrebbero finire le sceneggiate delle primarie e cominciare a dare la parola ai militanti, agli iscritti.

In queste ore, tra tante chiacchiere c’è stato chi ha ricordato la sconfitta del Fronte Popolare nel 1948: la Dc ottenne la maggioranza assoluta e il Fronte (Pci+Psi) il 31%. Ma proprio quella sconfitta, l’esistenza di due partiti veri, consentì una reazione e una partecipazione dei militanti alle grandi lotte sociali e politiche e nel 1953 la Dc fu sconfitta con la sua legge truffa. Oggi tutto è cambiato, siamo nel 2018 con culture diverse e strumenti di organizzazione politica molto differenti dal passato ma questo non dovrebbe costituire un ostacolo alla organizzazione di un partito vero, con in rapporto con il popolo del 2018.

(5 marzo 2018)

 
Le primarie di potrebbero tenere dopo una fase vera di discussione, di confronto tra persone e progetti politici, se vogliamo salvare la sostanza del nostro statuto.
No a un congresso di primarie, di schieramenti a cefali.
 
La drammaticità della situazione non consente un furbo continuismo.
 
Per tutto il resto concordo pienamente con l’articolo di Emmanuele Macaluso
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MAGDA NEGRI

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