Da un po’ di anni va così, le vacanze invernali – se sono a Torino – si concludono il 5 sera con la cena organizzata da Anna, la moglie di Pino De Michele, attuale Segretario Provinciale della Margherita di Torino, nella loro bellissima casa, attorno al camino e a un scintillante albero di Natale.
L’ospitalità e la cena sono sempre splendide e Anna non fa pesare le tante ore di intelligente lavoro che sono state necessarie.
Questa volta trovo un caro amico, dirigente di una grande organizzazione professionale, che conosco dai tempi della ex FGCI e alcuni insegnanti amici di Anna, suoi colleghi di area Margherita.
Pur tentando un equilibrio e di non prevaricare, Pino ed io ci infervoriamo a discutere delle procedure dei prossimi congressi gemelli di DS e Margherita e dei possibili esiti.
Gli altri commensali – cittadini informati e motivati – ci ascoltano per un po’, buttano lì proposte e osservazioni specialmente sui problemi dei giovani.
Poi, alla fine, dalla Preside di un importante istituto tecnico-professionale, viene una domanda semplice semplice, ma ficcante: “Ma è davvero sempre così, per voi? Impegnate tanta fatica, tanto tempo per parlare di regole, procedure, delegati… e i problemi del paese?”.
Le nostre risposte, ragionevoli e scontate, sulla democrazia, la qualità della politica, la riforma dei partiti etc. , non smuovono di un millimetro il loro senso di in essenzialità di tutto quello che chiamiamo nuova politica.
Cosa è nuovo, cosa è vecchio?
La loro esigenza di avere risposte rapide sui problemi, o il nostro tentativo di introdurre partecipazione nuova, di ripensare gli strumenti della democrazia?
E se i due piani faticassero significativamente ad incontrarsi?
Ci scambiamo gli auguri, per il privato, il pubblico, il Governo, in una simpatica confusione da attempati fans del centro sinistra che c’è, nonostante tutto.
Ma la coda della serata non è diversa: chi auspica un governo di larghe intese – sub specie – di governo dei volenterosi, chi difende la maggioranza che c’è e il programma dell’Unione come il vero Vangelo, chi prevede prossimi moti ereticali.
Rassegnata al turbolento pluralismo del centro sinistra, Anna, con la sua aria altera da grande madre mediterranea, appende all’albero di Natale la grande Befana che le ho regalato.