La crsi sta diventando quasi un gioco di società. Berlusconi continua ad andare sotto alla Camera. Anche sulla riforma dell'Università. Riforma che è figlia del senatore Finiano Valditara. Alla riforma votano contro proprio i futuristi. Non conta più nessun elemento di merito. L'intelligente senatore ex Fi, mi dice che non trovano una vera spegazione politica, non può che venirgli in mente la storia di Aiace. La vicenda è quella del cosiddetto giudizio delle armi seguito alla morte di Achille: Aiace, il più forte tra i guerrieri greci, e Ulisse, il più astuto, si contendono le armi dell'eroe. A risultare vincitore è lo scaltro re di Itaca, il protetto di Atena, le cui virtù sono quelle dell'intelletto, dell'intelligenza e dell'inganno, non della forza: un eroe più moderno rispetto al combattente arcaico i cui ideali e principi appartengono al mondo del passato. Aiace è il modello omerico, il guerriero eccezionale del coraggio eppure è uno sconfitto: le armi di Achille gli sono state negate nonostante fosse stato lui a salvare la salma. In preda all'ira e al furore, l'indomito greco si accanisce contro innocue greggi di pecore scambiandole per nemici e ne fa strage, fustiga un capretto convinto che sia Ulisse e quando torna in sé, per la vergogna, si uccide. Il gesto di Aiace scatena un dibattito tra gli altri comandanti greci: Agamennone vorrebbe negare la sepoltura al suicida ma alla fine è proprio Ulisse, insieme a Teucro, ad ottenere che sia reso onore all'eroe con i riti funebri.
Il significato della metafora è comprensibile.