Per due Direzioni del Pd abbiamo ufficialmente sostenuto che non era necessario il pareggio strutturale di bilancio. Prima di partire per il Medio Oriente Bersani ha detto che si poteva rimandare la manovra a settembre. Berlusconi da parte sua ha capricciosamente negato fino all'ultimo che esistesse una cirsi oggettiva dei conti e del funzionamento del sistema Italia. Poi è accaduto che il mondo si è accorto di noi e noi del mondo. Il gruppo Pd al Senato ha sancito un iter rapidissimo della manovra e la voce del Presidente della Repubblica si è fatta improvvisamente meno solitaria. Srebbe incredibile se la Direzione nazionale di martedì prossimo non riconoscesse con un po' di autocritica che abbiamo sbagliato, non solo l'analisi dei conti, ma anche della fase politica.