Augurandovi buone vacanze, vi confesso che sono rimasta sorpresa dalle tante e diffuse reazioni alle cose ovvie che ho dovuto ricordare di Vendola. Essendo io iscritta al Pci dal 1969 e avendone attraversato la storia , ricordo bene la dialettica fraterna che ho sempre avuto con i berlingueriani di sinistra e con gli Ingraiani in senso stretto. Furono questi compagni a me carissimi e fra i quali annovero i miei migliori amici (nulla a che fare con i contingenti schieramenti!) a opporsi coerentemente e tenacemente all’evoluzione del Pci verso il vasto orizzonte della sinistra europea e ad esaltare le differenze ontologiche.
Gli argomenti furono dapprima la differenza etica e poi sfociarono in vere contraddizioni, fino alla rottura drammatica dopo il 1989, con la Bolognina e con la scelta di Occhetto di far nascere i DS. Fino cioè alla creazione di una forza neocomunista: Rifondazione. Vendola e Cossutta, certo due culture diverse, ma entrambe, l’una classicamente comunista libertaria e l’altra marxista leninista, configgono con l’unica prospettiva vincente della sinistra italiana. Leggo su il Fatto che Vendola nella sua lunga militanza parlamentare è stato l’unico esponente di RC a votare a favore della nascita del primo Governo Prodi. Ma credo che nel 1998 si sia però associato a coloro che l’hanno fatto cadere. La crisi attuale del centrodestra oggi non libera propensione di voto verso il centrosinistra e ci sfida a una ridefinizione di programmi incisivamente riformisti, che cambino davvero il Paese, nel profondo.
Non ho ancora analizzato a fondo le proposte di Vendola, ma leggo nella sua intervista a Libero che invita il centrosinistra a liberarsi dei “peccati liberisti”. A Nichi chiedo questo: ma dove sono tutti questi peccati, in questa sinistra ancora statalista e incapace di combattere le corporazione e di rappresentare i nuovi lavori. Nichi rappresenta ancora quel mondo politico culturale che resta avverso al bipartitismo come logica alternanza democratica. In questo senso, non mi sembra foriero di alcunché di nuovo. Adoro in Vendola il suo coraggio, il suo sincero anticonformismo, l’istinto per la libertà.
Ma, per andare al sodo, fra il comunismo libertario, la cultura no global e quella laica riformista e fra i programmi di queste due sinistre c’è un abisso incolmabile. Mi auguro che sia la sinistra innovativa, così minoritaria in Italia, questa volta, a non soccombere!