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L’analisi del voto di Stefano Ceccanti

By 31/03/2010Politica

 PER RIPARTIRE BENE NON EDULCORIAMO LA REALTA' . PD HA PERSO PIU' DI UN MILIONE DI VOTI

"Per capire bene com'è andato il nostro partito, il Pd a cui tutti teniamo, dobbiamo anzitutto guardare in faccia la realtà". Lo dichiara il senatore del Pd Stefano Ceccanti che così continua: "Ho chiesto all'Istituto Cattaneo i voti assoluti nell'insieme delle 13 regioni. Abbiamo preso stavolta 5.846.000 voti, un secco ridimensionamento non solo rispetto al dato obiettivamente lontano dei 7.850.000 delle precedenti regionali, ma anche rispetto ai 6.957.000 delle europee, il punto più basso che avevamo toccato. Sono 1.111.000 voti in meno, il 16 per cento dei nostri voti. Da qui  si riparte insieme, senza edulcorare la realtà", conclude Ceccanti.

 Le 2 pillole

1.     I due "esterni" che appoggiavamo: molto bene Vendola, male Bonino

Obiettivamente Vendola e Bonino pari non sono: la lista Pannella-Bonino nel Lazio prende il 3,3%, mentre Sinistra e Libertà in Puglia il 9,74%, la civica Bonino l'1,63% mentre la civica Vendola il 5,53; Vendola sale dal 46,05 della coalizione al 48,69 su di sé (+2,64), la Bonino dal 48,29 al 48,32 (+0,03).

Domanda aggiuntiva: esiste il "voto cattolico"? Obiettivamente l'astensione record del Lazio (+12,22% in un colpo solo) che sembrava in un primo momento dovuta alla sola assenza della lista Pdl non può non essere interpretata, in parte, anche in questa chiave. Non nel senso che quel voto sia stato causato da vescovi e/o parroci, ma nel senso che essi hanno fatto da specchio di un disagio preesistente e non solo per la persona scelta, ma anche per il metodo, evitando il confronto delle primarie, che invece in Puglia c'è stato e ha avuto un effetto più che significativo.

2. Stavolta il centrodestra ha vinto le due Regioni chiave, ma si è trattato di un sorpasso in discesa, noi siamo scesi più di loro

In Piemonte abbiamo perso sul Presidente, ma sul voto alla coalizione eravamo sopra. Cota passa dal 46,98 della coalizione al 47,32 su di sé (+0,34), Bresso scende dal 47,54 delle liste al 46,90 su di sé (-0,64). Il sorpasso è in discesa perché Cota vince con 1.043.000 di fronte a 1.033.000 di Bresso, ma l'altra volta Bresso aveva 1.226.000 e Ghigo 1.133.000

Marrazzo nel 2005 aveva preso 1.632.000 voti contro 1.525.000 di Storace, stavolta a Polverini ne sono bastati 1.409.000 rispetto a 1.331.000 di Bonino 'altra volta Bresso aveva 1.226.000 e Ghigo perse con 1.133.000'altra volta Bresso aveva 1.226.000 e Ghigo perse con 1.133.000

 

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