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L’assemblea e le correnti

Dispiace che il tentativo di Parisi di comporre in modo trasparente la lista per la direzione nazionale   del Pd sia stato condotto in modo piuttosto maldestro e non abbia sortito alcun risultato. E’ andata come è andata, ma certo nel più stanco e contraddittorio dei modi. Franceschini ha giustamente fatto appello al criterio statutario di proporzionalità (ritengo fra il numero dei delegati ottenuto dai candidati a segretario del 14 ottobre). Ma molto è cambiato nella geografia politica interna delle liste apparentate ai segretari di allora. Sono nella lunga lista dei nomi fassiniani, veltroniani, dalemiani, bindiani di rito bindiano e di altro rito.

E come distinguere i Lettiani? Aspettando per il Pd le minime regole democratiche, che l’attuale struttura confederale e pattizia  sembra non consentire, pena l’implosione, non era meglio forse rispolverare la liturgia dei partiti storici di illustrare i cosiddetti criteri?

Nessuno si sarebbe scandalizzato ad assumere fra i criteri anche l’esplosione manifesta delle correnti e delle sottocorrenti. Un consiglio per gli attuali e futuri capi corrente e subcorrente relative: non vergognatevi di esserlo.

P.s. Ancora in tema di turbolenze interne al Pd vi segnalo l'intervista ad Enrico Morando sull'Unità di martedì, in cui si sostiene che nel Pd stiano emergendo due linee differenti, e questa interessante intervista ad Antonello Soro sul ruolo del nostro Gruppo Parlamentare. Infine, una lucida analisi di Stefano Ceccanti su come il modello elettorale tedesco (riproproposto a gran voce dall'associazione ReD) sfavorirebbe inevitabilmente il Pd .

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MAGDA NEGRI

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IL MIO PARTITO