«Siamo come nani sulle spalle dei giganti, sì che possiamo vedere più cose di loro e più lontane, non per l’acutezza della nostra vista, ma perché sostenuti e portati in alto dalla statura dei giganti»
Bernardo di Chartres, XII secolo
La Sinistra giovanile va a Congresso, scegliendo di andarci con 24 tesi agili, ma corpose, che coprono un arco storico di 5 anni, da Chiusi (2001) a Roma.
L’approccio generale è fortemente programmatico; lo sforzo principale è di individuare la soggettività politica della “Generazione dell’Ulivo” e di farla pesare nel processo di trasformazione e di governo del Paese. “Dalla stagione dei movimenti al partito nuovo” titola la tesi 1. L’ultima, la tesi 24, è dedicata alla “Memoria storica” come ricerca di identità contro facili revisionismi. Attraverso le tesi, in modo estremamente suggestivo, i giovani della Sinistra giovanile si vedono “sulle spalle dei giganti”. La citazione rinvia all’affermazione “Siamo come nani sulle spalle dei giganti” del filosofo Bernardo di Chartres nel lontano 1150, assunta come principio della modernità perché da’ il segno di come la storia sia un evento progressivo di per sé. I nani (i moderni), pur essendo nani, stando sulle spalle dei giganti (gli antichi), vedono più lontano.
I giovani che ritroviamo nelle tesi della Sinistra giovanile non sono nani e guardano dentro i problemi della propria vita e della società con uno sguardo molto acuto.
La questione della scuola e dell’Università e del sapere percorre in più parti l’articolato di queste tesi, non solo la 16 e la 17. Si individua subito come centrale il nodo di quella che viene definita la “grande, piccola riforma dimenticata”, vale a dire l’innalzamento dell’obbligo scolastico a 16 anni, con conseguente ristrutturazione del biennio, rivendicata come primo grande segno di inversione di rotta del Governo Prodi. Certamente l’avvicinamento agli l’obiettivi dell’Agenda di Lisbona (la società della conoscenza e la formazione per i nuovi traguardi dello sviluppo) passa di qui -i giovani ce lo ricordano. E la politica li ha quasi passati in sottordine.
Se “sapere è difendersi”, questo il titolo della tesi 16. Il diritto allo studio, per l’ampliamento dei tradizionali confini sociali, per un approccio più selettivo e mirato per superare particolari criticità, per superare l’abbandono scolastico e per trovare nuove interazioni fra scuola e lavoro, è il secondo fuoco di analisi e azione. Seguono, in progressione di importanza, le politiche di accoglienza e scambio interculturale, il riconoscimento del protagonismo studentesco, la valutazione di quel percorso politico che dal 12 ottobre 2005 al 17 novembre 2006 ha intessuto in Italia un network di mobilitazione del movimento studentesco. E’ importante che la tesi n.16 ricordi il nesso fra questa stagione di movimenti e il suo riconoscimento istituzionale, sancito dalla firma della “Carta di Palazzo Valentini” sui temi del diritto allo studio, dell’edilizia scolastica, della cittadinanza studentesca, da parte del Ministro della Pubblica istruzione, che ha accolto le proposte dei promotori della mobilitazione, degli studenti della Sinistra giovanile e dell’Uds (Unione degli studenti).
E’ quindi di grande rilievo che vengano ricordati gli atti politici del Governo di riconoscimento del movimento degli studenti e della sua precisa capacità propositiva.
La tesi 17, “L’Università per investire nel futuro del Paese”- a parer mio- sta un po’ sotto il livello dei problemi. Prende atto della bassa produttività del sistema universitario nel suo complesso e indica gli obiettivi per il suo rifinanziamento, peraltro quelli assunti dal Ministro Mussi per i prossimi anni. Ma fornisce sostanzialmente risposte ancora rigide, certamente condivisibili, ma non più sufficienti, quando, ad esempio, si pone l’obiettivo di un’ offerta formativa che deve restare su basi fondamentalmente pubbliche, per restare di massa e divenire d’eccellenza. Si indica una migliore integrazione con il territorio, si affronta una riflessione sul 3+2 e una rimodulazione della classi di laurea. Tutto bene, ma questa è solo la descrizione dei problemi attuali. Perché non troviamo nelle tesi della Sinistra giovanile una riflessione più puntuale sul sistema di valutazione dell’Università, cui pure si è messo mano in Finanziaria, rivedendo l’Agenzia nazionale di valutazione? Perché non si riflette sull’interazione fra Università, pubbliche fondazioni e Università libere, vale a dire su una rete di selezione dei poli di eccellenza, che, senza drenare denaro pubblico, attirino fondi ed energie per reggere la sfida dei nuovi talenti in Europa e nel mondo?
Ancora due considerazioni sul dopo Finanziaria e su Caserta.
Manca nella tesi n. 16 della Sinistra giovanile l’apprezzamento di quello che l’Ulivo considera, insieme all’elevamento dell’obbligo a 16 anni, il più grande risultato. Sono stati stanziati 2 miliardi e 800 milioni di euro all’autonomia scolastica, ristrutturando e accrescendo i tradizionali finanziamenti, ma specialmente rimuovendo le tradizionali suddivisioni in capitoli. Quindi qui si misurerà la capacità dei dirigenti scolastici, i loro progetti, e anche la capacità di intervento degli organismi studenteschi. La Commissione Scuola e Istruzione del Senato farà nei prossimi mesi del 2007 un’indagine conoscitiva a livello nazionale sulla funzione dell’autonomia scolastica in Italia. Spero di incontrare tanti studenti e di sentire il loro punto di vista.
A Caserta, inoltre, il Ministro Fioroni ha prospettato la possibilità di estendere alle autonomie scolastiche alcune norme delle Onlus e delle fondazioni. Certamente non si tratta- né la Costituzione lo permetterebbe- di trasformare le scuole pubbliche in fondazioni. Ma certo si proporranno meccanismi di detassazione e di benefici che permetteranno di implementare le risorse economiche e di personale delle singole scuole. Cosa ha da dire la Sinistra giovanile in proposito?
A Caserta, inoltre, come già nella riforma dell’esame di Stato, ci si è proposti di dare una svolta profonda degli indirizzi culturali, di superare la “licealizzazione povera” degli istituti tecnici voluta dalla Moratti e di rafforzare a livello di ogni provincia un polo tecnico professionale. Per dare alla scuola secondaria superiore una qualità riconosciuta e adatta all’evoluzione degli apparati produttivi. Non siamo tutti liceali e la cultura tecnica è di pari dignità. Cosa pensa la Sinistra giovanile a questo proposito?
Concludendo. Complimenti per il gran lavoro delle tesi congressuali, ma non vorrei deludervi. Il decennio passato, pieno di contraddizioni e di tentativi faticosi per riformare la scuola, non ha lasciato in piedi molti giganti. Quindi non sentitevi nani. Avete l’obbligo di crescere da soli!