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Le tessere e l’esperienza DL- 20 ottobre 2007

By 21/10/2007Politica

Europa, 20 ottobre 2007 – Le tessere e l'esperienza Margherita –

Non ci sono segreterie da riunire, direzioni che possano esprimersi, assemblee che debbano votare. Dunque è piacevole e gratuito, questo dibattito sul tema cruciale "tesseramento sì/no/come".A stare al Foglio e al Corriere, che si sono lanciati sull'osso, tra i dirigenti democratici – compreso Veltroni – c'è ampia disponibilità a lasciarsi alle spalle l'ingombro di tessere vere e false, congressi stanchi e rituali, rapporti di forza irrigiditi.Il solo Bersani ieri faceva la faccia truce, ma più che altro per coerenza col suo status di aspirante capo della sinistra Pd nonché capo effettivo di migliaia (vere) tessere emiliano-romagnole.Alla fine, infatti, anche Bersani condivide la tesi di Europa, cioè che il primo passo sia la riconvocazione dei votanti alle primarie, e che si debba far di tutto per tenerli agganciati a un partito non pesante.Nell'attesa, bisogna battere il ferro. Più che coloro che parlano, il problema sono i dirigenti democrat che tacciono. Intuiamo diffidenza e irritazione, tra quanti sono affezionati (anche per ottimi motivi) al modello delle sezioni, dei tesserati, dei gruppi dirigenti selezionati verticalmente.Ci limitiamo per ora a un'osservazione: non dovrebbero essere ex della Margherita, questi scettici.Perché proprio l'esperienza diellina è la prova dell'improponibilità dello schema tradizionale. Sarebbe facile citare i casi di inquinamento che hanno avvelenato l'ultimo congresso.Senza arrivare a tanto: i Dl hanno già visto tramontare l'epoca del lavoro volontario e della presenza attiva e quotidiana sul territorio.Ci vuole realismo e onestà, nel trarre un bilancio dell'esperienza dei circoli. E disincanto: quell'improbabile impalcatura non reggerebbe comunque, neanche con la più consumata abilità dei collezionisti di tessere, all'impatto con la pratica di militanza diessina.Molto meglio, sfidare tutti a giocare in un campo aperto e con regole nuove. Perfino a uno sport diverso come dicono i veltroniani: basket invece di calcio? Vince comunque il più agile e intelligente, non il più grosso.

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MAGDA NEGRI

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