Carissime, carissimi,
Mi rivolgo a voi in occasione della mia ricandidatura alle elezioni politiche del 2013. Purtroppo il tempo così tragicamente breve di queste primarie per i parlamentari, indette per il prossimo 29 dicembre, ci impedisce un confronto tranquillo, disteso.
Il tempo è diventato tiranno.
Ho deciso di ricandidarmi – e di chiedere quindi anche la vostra fiducia – perché il lavoro iniziato con le riforme del governo Monti è tutto da proseguire e migliorare nella prossima legislatura. Il mondo è cambiato, il nostro debito pubblico resta il terzo più grande del mondo, le ingiustizie sociali si aggravano, ma c'è nel Paese una profonda voglia di non rassegnarsi.
Penso che i gruppi parlamentari della prossima legislatura debbano impegnarsi duramente per una duratura stagione di riforme, quella che l'Italia non conosce da molti decenni. Per cambiare la legge elettorale, restituendoci i collegi, per dare o al Presidente del Consiglio o al Presidente della Repubblica più poteri governanti.
Il Pd a cui ho sempre pensato, provenendo dall'area liberal dei Ds, può diventare lo strumento principale per una sfida politica tanto ambiziosa.
La mia presenza in Parlamento è stata assidua e confido di aver svolto al meglio delle mie possibilità i compiti che mi sono stati affidati. In questa legislatura sono stata Segretaria della Commissione Difesa del Senato e membro della Commissione Bicamerale d'Inchiesta sul ciclo dei rifiuti.
Ho affrontato i problemi dei diritti civili, della riforma elettorale e del mercato del lavoro. In tempi non sospetti ho proposto la riforma radicale del rimborso delle spese elettorali ai partiti. Mi sono battuta per partiti trasparenti, luogo dei cittadini, retti da regole democratiche.
Siamo in un mondo nuovo: dobbiamo continuare e migliorare le riforme cominciate dal governo Monti, abbattere il nostro debito e trovare risorse per la scuola e lo sviluppo.
Nessuno deve restare indietro: esodati, giovani e donne, famiglie impoverite devono essere aiutati.
No a promesse ingannatrici, sì a riforme serie e graduali che spazzino via l'Italia dei privilegi.
L'Europa ci guarda, siamo un grande paese.
Magda Negri