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Lettera al Riformista – 30 ottobre 2006

Caro direttore, ringrazio il vostro giornale per l’attenzione indirizzata ai problemi delle donne DS. Mi permetta, però, di correggere l’analisi di Tommaso Labate. Le correnti e i loro capi c’entrano davvero assai poco con l’incertezza che domina nel periodo post Barbara Pollastrini. Con l’ onorevole Katia Zanotti e Graziella Falconi della Commissione Nazionale di Garanzia dei DS, proposi ad agosto, un percorso verso la Conferenza delle Donne DS che assumeva la rilevanza simil-congressuale, giustamente sottolineata dal Riformista, uno o più documenti politici, ciascuno collegato a una candidata, legittimato da un numero di firme congruo, regionalmente distribuito, una discussione nazionale nel percorso delle conferenze provinciali e regionali. In una parola, si trattava di mettere alla prova del confronto politico democratico e diffuso delle donne e per le donne, programmi, ipotesi organizzative eccetera. Il Coordinamento Nazionale delle donne DS decise, però, di accantonare un percorso giudicato troppo conflittuale e impegnativo, e di mettersi al riparo di una logica patrizia, rivelatasi in seguito rischiosa e improduttiva. La Direzione, poi, in coda ad una sua sessione, approvò.
Non è questione di correnti quindi, ma di coraggio politico, di autonomia che si voglia davvero esercitare e non rivendicare con moderazione e calcolo. Il sospetto e la paura verso procedure di voto dei dirigenti pienamente partecipate e democratiche sono virus diffusi che colpiscono equanimemente uomini e donne.

30 ottobre 2006.

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MAGDA NEGRI

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