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Lettera di SUSTA 18 ottobre

Lavoriamo per una soluzione unitaria, ma sono inaccettabili le indebite pressioni di chi cerca di farci apparire quello che non siamo.

di Gianluca Susta (18 ottobre 2007)

E' difficile fare commenti in questo vortice di pressione mediatica, ma credo giusto, per amici e non, provare a dare una rappresentazione diversa su quello che è avvenuto in questi giorni, prima di svolgere qualche riflessione più propriamente politica sull'intera vicenda regionale.

Chi ha letto la ricostruzione fatta ieri da REPUBBLICA –  offensiva per la sua faziosità – ha ragione di pensare che noi siamo degli  spregiudicati alla ricerca comunque di un successo che ci è invece sfuggito.

NON E' COSI'!!

Ricostruiamo i fatti.

NON E' COSI'!!

Ricostruiamo i fatti.

Lunedì pomeriggio, verso le 16.30, dopo aver esaminato i dati che ci sono informalmente pervenuti dai collegi e averli elaborati abbiamo concluso che avevamo perso per 4 seggi. A quel punto, in nome di una collaborazione e stima trentennale, ho telefonato a Morgando per complimentarmi e riconoscere la sconfitta, non prima di aver verificato con Lui che anche i loro dati coincidessero con i nostri. A quel punto Morgando ha deciso di convocare una conferenza stampa per annunciare la vittoria nonostante l'UTAR (la commissione elettorale) non avesse ancora iniziato a caricare i dati ufficiali (quelli risultanti dai verbali di seggio) e nonostante che sia Lui che io nonchè i nostri staff  non avessimo considerato nel computo i "seggi premio" che vanno a quei collegi in cui la partecipazione alle primarie ha superato il 20% dei voti presi dall'Ulivo alla Camera nel 2006 (io confesso che non mi era sfuggita, molto più semplicemente neanche lo sapevo).

Questo lavoro è lungo; richiede il riesame dei verbali e il caricamento ufficiale dei dati e là dove ci sono incongruenze occorre capire se siano tali da modificare il dato e ogni pressione "esterna" sull'UTAR che ne metta in discussione la correttezza non può che essere vista come una "forzatura" che tende a trasformare un dato politico – la prevalenza a favore di Morgando nei voti assoluti – in un dato formalmente ineccepibile, cosa che non può essere alla luce delle regole elettorali che non io, ma il "Comitato dei 45",  ha stabilito a livello nazionale, scegliendo un modello di elezione indiretta e non diretta.

Se fosse valso questo criterio ( del tipo: "non rompete le palle con le verifiche e i caricamenti ufficiali dei dati, tanto quello che conta è che Morgando ha preso più voti", tesi di un insigne giurista che veste i panni del pasdaran invece che quelli del professore) lo scorso anno Prodi avrebbe dovuto registrare che al Senato Berlusconi aveva preso 300.000 voti in più e, quindi, avrebbe dovuto rinunciare alla verifica dei seggi che, invece, gliene ha assegnati due in più, facendolo risultare "vincitore" ancorchè "sconfitto" nel voto popolare.

In conclusione: occorre attendere che l'UTAR finisca il suo lavoro; rediga un verbale all'unanimità e metta il timbro di garanzia sulla correttezza di operazioni che non si capisce perchè debbano essere gravate di sospetti e pressate dalla fretta quando tutti sanno che persino le verifiche dei Tribunali e delle Corti d'Appello richiedono giorni prima di permettere la proclamazione ufficiale degli eletti anche nelle ben più importanti elezioni amministrative e politiche.

Se poi – come pare dalla rielaborazione dei dati ufficiosi – alla luce della previsione regolamentare che prevede l'assegnazione anche dei seggi "premiali" dovesse profilarsi un pareggio nell'attribuzione dei seggi allora – e solo allora, non prima della conclusione delle operazione di verifica ufficiale! – occorrerà trovare una soluzione politica che consenta al partito nascente di partire col piede giusto. Non sarebbe così se io dessi la disponibilità a considerare "ufficiali" i dati "ufficiosi" al solo scopo di chiudere la vicenda viste le pressioni dei media che stanno sconcertando l'opinione pubblica. Non sarebbe utile al PD chiudere in fretta la vicenda senza sapere davvero quale sia il risultato finale, perchè la soluzione politica non può prescindere dalla "conta" ufficiale e non può essere mediaticamente venduta come cavillosità la ricerca della oggettività del risultato elettorale. Per un 50% + 1 che magari apprezzerebbe un mio invito – concordato con Morgando –  all'UTAR di smettere di lavorare e di considerare buoni i dati ufficiosi, ci sarebbe un altro 49,9% (quello che si è battuto per me in queste settimane) che penserebbe all'ennesimo giochetto, all'ennesimo patto "sotto banco", all'ennesima spartizione che non ho nessuna intenzione di fare. Non ci saranno patti "sotto banco" e non saranno pietiti o accettati contentini.  Ho corso per fare il segretario, non per fare altro e così sarà.

Nessuno ha mai contestato a Morgando di aver preso più voti e questo peserà sulla soluzione finale se si andrà davvero ad un pareggio di seggi. Ma dovrà pesare anche che: 1) l'elezione non è diretta e il cosiddetto "sistema spagnolo" che è stato scelto per eleggere segretario e assemblea penalizza la frammentazione di liste che, nell'attribuzione dei seggi, penalizza altresì chi (come Morgando), sfruttando la frammentazione, ha cercato di prendere più voti, regola che tutti conoscevamo prima di competere; 2) sul voto assoluto di Morgando (che mi supera per circa 5000 voti) pesano anche circa 30.000 voti della lista Bindi che recava nel simbolo il nome "Bindi", non quello di "Morgando" e che è molto difficile pensare che sarebbero andati tutti a Morgando se il confronto fosse stato non tra liste apparentate, ma diretto tra candidati; 3) che noi vinciamo 17 collegi contro 16, mentre 3 finiscono alla pari; 4) che il Piemonte è comunque spaccato a metà.

Queste sono considerazioni politiche, certo, ma vanno tenute in conto, così come noi dobbiamo tenere conto – comunque – del dato assoluto.

Ero convinto lunedì e sono convinto oggi, per i dati che ho io (ufficiosi, non ufficiali perchè questi non ci sono ancora nè ci sono mai stati; è bene ripeterlo!), che numericamente abbia vinto Morgando. L'ho detto per primo e non è la gogna mediatica di giornali schierati da mesi a suo sostegno che cambierà questa mia radicata convinzione o che riuscirà a farmi passare per quello che non accetta un verdetto che avevo già accettato lunedì e che non mi ha impedito – finalmente! – dopo settimane, di dormire serenamente.

Vorrei però capire perchè ci sia tutta questa fretta a voler chiudere la partita a prescindere dai dati ufficiali. Mentre scrivo (ore 12.29 del 18 ottobre) mi risulta che siano chiuse le verifiche di Torino e provincia e che l'UTAR stia analizzando i verbali del Piemonte2. Aspetto fiducioso l'esito finale e qualunque esso sia non modifica il mio stato d'animo che era lunedì e sarà questa sera o domattina di amarezza se non avrò vinto, ma anche di gioia per il risultato straordinario che ho ottenuto nella parte del Piemonte che mi conosce; che ha riconosciuto un lavoro di trent'anni fatto tutto sul territorio, senza mai nulla di regalato, senza collegi sicuri, senza "capolistature" imposte dall'alto, senza paracaduti, con importanti successi nelle competizioni "nonostante" il partito, come è avvenuto quando correvo per diventare Sindaco della mia Città o alle provinciali del 2004 o alle stesse europee e tutto – sempre! qualche volta anche in solitudine o quasi – all'insegna di un progetto chiaro: quello del Partito Democratico. Vorrei anche capire per quale ragione qualcuno stia cercando di avere dei pareri legali per convincere Roma che i seggi "premiali" non siano applicabili alla competizione regionale; vorrei capire se davvero coloro che si sentono vincitori si rendono conto che un seggio in più o in meno può decretare chi farà il segretario, ma non muta il dato di un partito territorialmente e politicamente spaccato a metà.

Ripeto: se ci sarà un vincitore – anche per un seggio – quello dovrà essere il segretario di tutti; se si pareggerà occorrerà lavorare per una soluzione unitaria, nell'interesse di quella "fragile creatura" – come ho detto in un'intervista su LA STAMPA di domenica mattina – che è il PD; soluzione unitaria che dovrà essere – e per parte mia lo sarà – all'insegna del progetto e non dei contentini. E poi, finalmente, si potrà partire per quella che era, è e resta una straordinaria avventura.

Gianluca Susta

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