Gentile direttore di Repubblica,
Vorrei fare alcune precisazioni in merito alla polemica tra i senatori Cambursano e Bobba sulle vicende del subentro a quest’ultimo.
Nulla di personale, ma voglio precisare, come membro della Giunta per le Elezioni, che ho votato contro Bobba e a favore di Cambursano, insieme ad altri cinque senatori dell’Unione, mentre altri cinque senatori del medesimo schieramento e tutto il centrodestra hanno votato diversamente.
La materia è quindi controversa e i ricorsi non mancheranno.
Ma il quesito è semplice, ancora più platealmente semplice, dopo il riferimento fatto da Bobba nella sua intervista alle decisioni assunte dalla Direzione regionale della Margherita prima delle votazioni: candidato in più regioni, un senatore può “pre-optare” la Regione dove vuole essere eletto?
Sì, (pur auspicando la fine delle pluricandidature) – pensano alcuni di noi – se l’elezione è contemporanea e l’opzione viene esercitata subito. No, se è postuma, 15 mesi dopo in questo caso.
I dissensi tra noi sono stati nell’interpretare il Parere della Giunta per il Regolamento del 7 giugno 2006.
Può il presidente del Senato dar luogo a proclamazioni diverse da quelle che sarebbero state adottate dalla Corte d’Appello di Torino, visto che, dimessosi il senatore Vernetti, il subentrante era il senatore Cambursano?
Può il Parere della Giunta per il Regolamento superare il dato costituzionale secondo cui “il Senato della Repubblica è eletto a base regionale, salvo i seggi assegnati alla circoscrizione Estero”?
Le pre-opzioni ammesse alla Camera non sembrano a me estensibili con la peculiarità del Senato, che è a base regionale, per nomina costituzionale.
Altri, tutto il centrodestra, ad esempio, ha ritenuto invece che il “diritto compress” (del senatore Bobba, nella fattispecie e di altri che credo verranno), proclamato solo in Puglia dove era stato eletto 15 mesi fa, potesse espandersi, anche se solo per pochi momenti, fino alla doppia proclamazione e alla successiva opzione.
Decideranno, da ultimo, i giuristi e i costituzionalisti.
Auspichiamo che una nuova legge elettorale impedisca per il futuro le pre-opzioni (personali, di gruppo sub-partitico, partitico tout court) su chi e dove deve essere eletto dal popolo ignaro, come appunto recita il terzo quesito referendario.
Senatrice Magda Negri, Ulivo,
membro Giunta per le elezioni