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L’umore nero di Caldarola- 11 gennaio

By 11/01/2007Attualità

I presagi di Peppino Caldarola, che trovo sul Riformista dell’11 gennaio, sono funesti e la sentenza ferale: i DS sono già sciolti, anzi estinti, e il partito abbandonato “come un gran cagnone… in un’afosa giornata di luglio sull’autostrada”.

Resta già da amministrare il dopo congresso. Qui si fronteggiano due ipotesi.

La prima è per Caldarola la peggiore: vittoria bulgara dell’attuale maggioranza e conseguente disperata diaspora o ritiro di molti. La seconda, cui Caldarola incita, è l’alleanza delle minoranze ostili al Pd (Mussi più Angius?) per costringere Fassino a una risicata vittoria o umiliarlo nella sconfitta. A questo punto ne conseguirebbe un gran bagno “riformista” per fondare il partito dei socialisti vecchi e nuovi, dei democratici liberal, della sinistra non massimalista, eccetera….

Segnalo una novità e un vetusto ritorno.

La novità è la chiara proposta di alleanza strategica delle due eventuali mozioni Angius e Mussi che fino a  qualche tempo fa apparivano distinte negli orizzonti politici.

Il vetusto ritorno potrebbe chiamarsi “Cosa 3”, che viene esattamente dopo la “Cosa 2”, vale  a dire quel tentativo di rivitalizzare e fondere le correnti ex socialiste ed ex comuniste, repubblicane, neo-democristiane, che chiamammo dal’96 al’98 Stati Generali della Sinistra.

Come allora – evviva la chiarezza dei compagni come Caldarola – si tratta di ristabilire lo storico trattino fra centro e sinistra. Più che un trattino sembra un muro.

E potremmo poi dire che, in tanto ritorno, questa sinistra (maggioritaria da sola?… asse di governo da sola..?) non dovrebbe anche essere revisionista?

Suvvia…
 

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MAGDA NEGRI

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