I presagi di Peppino Caldarola, che trovo sul Riformista dell’11 gennaio, sono funesti e la sentenza ferale: i DS sono già sciolti, anzi estinti, e il partito abbandonato “come un gran cagnone… in un’afosa giornata di luglio sull’autostrada”.
Resta già da amministrare il dopo congresso. Qui si fronteggiano due ipotesi.
La prima è per Caldarola la peggiore: vittoria bulgara dell’attuale maggioranza e conseguente disperata diaspora o ritiro di molti. La seconda, cui Caldarola incita, è l’alleanza delle minoranze ostili al Pd (Mussi più Angius?) per costringere Fassino a una risicata vittoria o umiliarlo nella sconfitta. A questo punto ne conseguirebbe un gran bagno “riformista” per fondare il partito dei socialisti vecchi e nuovi, dei democratici liberal, della sinistra non massimalista, eccetera….
Segnalo una novità e un vetusto ritorno.
La novità è la chiara proposta di alleanza strategica delle due eventuali mozioni Angius e Mussi che fino a qualche tempo fa apparivano distinte negli orizzonti politici.
Il vetusto ritorno potrebbe chiamarsi “Cosa 3”, che viene esattamente dopo la “Cosa 2”, vale a dire quel tentativo di rivitalizzare e fondere le correnti ex socialiste ed ex comuniste, repubblicane, neo-democristiane, che chiamammo dal’96 al’98 Stati Generali della Sinistra.
Come allora – evviva la chiarezza dei compagni come Caldarola – si tratta di ristabilire lo storico trattino fra centro e sinistra. Più che un trattino sembra un muro.
E potremmo poi dire che, in tanto ritorno, questa sinistra (maggioritaria da sola?… asse di governo da sola..?) non dovrebbe anche essere revisionista?
Suvvia…