Su La Repubblica di sabato, nell’intervista a Veltroni emerge una scelta netta. La bozza Bianco ha limiti invalicabili perciò che attiene al tasso di effetto maggioritario nella individuazione di collegi piccoli e del voto unico sulla scheda. Più giù non si può andare perché sotto questa linea di tenuta c’è la grande coalizione sul breve-medio termine e la non governabilità come prospettiva futura. Trovo realistica l’indicazione delle eventuali grandezze numeriche fatta da Veltroni. 32% al Pd, 90% alla Cosa Rossa e quindi il potere discrezionale della formazione di centro fungibile per le più disparate alleanze. Segnalo la positiva reazione di Bindi e Parisi oggi, che colgono bene il significato dell’accenno al maggioritario a doppio turno francese, come simbolo di una determinazione maggioritaria nel Pd fra nuovi proporzionalisti e nuovi maggioritari. Debole, invece, l’ultima parte dell’intervista di Veltroni (capisco la presa di distanza della Bresso sull’Unità) sui nodi della laicità. Non esiste una opposizione estremistica fra Guelfi e Ghibellini, ma solo una offensiva della gerarchia cattolica (non di tutta la Chiesa e di tutto il popolo cattolico), di tipo temporale e clericale. I laici sono in attesa e tentano ogni mediazione. E questa strategia finora non ha pagato.