Avevo previsto che le elezioni in Sardegna e Abruzzo non avrebbero alterato il quadro nazionale dei rapporti di forza fra i partiti.
Avevo previsto bene, anche se è giusto non mettere limiti alle speranze.
I voti di lista del CD sono sempre superiori di quelli del Cs, anche allargato ai nuovi 5S di Conte e alle formazioni di Calenda e Renzi.
Non bastano mattoncini di un nuovo muro di fronte alla diga trentennale del CD, come costruito dal 1994 in poi.
Però è importante che il nuovo muro si sia fatto e possa crescere.
Dipende ora dalla malta.. dai materiali, etc.
Dipende anche se riusciremo a far breccia nella barriera dell’astensionismo che si riproduce costantemente, più forte alle regionali.
Per il Pd buoni risultati, ma il soggetto coalizionale per le politiche del 2027 è tutto da costruire.
Per ora abbiamo montato lo scheletro.
Personalmente penso che il futuro esercito si aggregherà intorno al futuro candidato/a alla presidenza del Consiglio, che sfiderà Giorgia Meloni.
Ancora non c’è.
A meno che, nella gran confusione dei linguaggi e dei commenti di queste ore, non si dia retta a Paolo Mieli, che vede tutto già pronto.
Schlein come trascinatore e motivatrice.
Conte candidato Premier, perché riesce a pensarsi solo così e solo così il suo elettorato lo segue.
Ma forse anche Mieli cambierà idea.. e queste sono solo valutazioni a caldo di un dibattito ieri sera a La7.