L'informazione di Monti è avvenuta ieri pomeriggio in modalità orale – non disponiamo né di uno scritto del testo ultimo del decreto né della relazione tecnica.
A parer mio i punti focali sono:
- Assoluta eccezionalità di questa manovra, concepita per dare una risposta alle richieste europee e dei mercati, per presentarsi con la schiena diritta al consiglio europeo del 9. Gli andamenti dei tassi di interesse in queste ore sembrano dare una boccata di respiro.
- Come evidente dal discorso di Monti la scelta è stata quella di liberare forze per la crescita, tramite l'utilizzo dei fondi strutturali europei, investimenti nelle grandi infrastrutture e un denso programma di liberalizzazioni. L'Italia è già virtualmente in recessione con un pil previsto nel 2012 dello 0,5%. Le manovre sull'Ici (Imu) e sulle pensioni sono state presentate come subordinate funzionali al risanamento del debito, non tanto per far cassa ma come leve per lo sviluppo.
- Il tema dell'equità è apparso u po' sfumato: Monti tende a presentare questi provvedimenti come sacrifici parimenti sopportati da tutti gli strati sociali. Su questo punto non sono del tutto d'accordo. Oggettivamente la tassazione del 1,5 dei capitali scudati è poca cosa – la tassazione francese sui grandi patrimoni è di ben altra incisività. Ma non possiamo chiedere a Monti di fare ciò che farebbe un governo di centro sinistra: si tratta di un governo di emergenza nazionale.
L'intervento sulle pensioni – che condivido e a cui siamo arrivati troppo tardi – contiene sacche di ingiustizia concentrate nel lavoro manuale e operaio: se resta il vincolo 41-62 ci saranno decine di migliaia di lavoratori manuali che saranno penalizzati col 2% in meno di pensione per ogni anno che decideranno di anticipare. Altro che scale! Per molti si innalza una diga quasi impossibile da scalare.
Mi auguro che passando alla camera si possa alzare il livello dei 937 euro della pensione che subisce il blocco dell'indicizzazione. Qualcosa forse riusciremo a migliorare e preparare un secondo tempo più incisivo dal punto di vista dell'equità fiscale.
Siamo in ogni caso obbligati ad un giudizio politico di sintesi: con la manovra di agosto Tremonti aveva abbandonato l'Italia come una nave alla deriva nei marosi della crisi. Sui presunti 59 miliardi di manovra 20 erano affidati alla delega fiscale e il resto a tagli lineari programmati dal 2012 al 2014.
Monti porta a casa circa 30 miliardi di euro incorporando anche la delega fiscale, una prova di capacità che nessuno si aspettava più dall'Italia.
Come sempre, vi terrò informati sulle proposte che emergeranno nel dibattito in Senato.