Ho ascoltato ieri l’ex premier Conte intervistato da Floris sulle caratteristiche del rifondato M5S… i suoi possibili assi culturali… le sue scelte di alleanze.
Il mio giudizio è abbastanza chiaro: il M5S storicamente conosciuto è defunto, senza funerali.
Resta un bacino, vedremo quanto grande, di voti, genericamente progressisti, che forse si affideranno ancora a una classe dirigente che ha detto e fatto tutto e il contrario di tutto.
Per usare una metafora, spero non irrispettosa, non è come passare dal cattolicesimo al protestantesimo, ma dal cristianesimo all’induismo.
Penso al popolo minuto.. agli ex elettori 5S che incontrerò ancora oggi e domani nei mercati di Torino sud.
Cosa hanno a che spartire con i progetti di Giuseppe Conte?
La rabbia antidemocratica e antiparlamentare, il più sfidante esperimento populista dell’Italia repubblicana si sono infrante contro i muri della crisi, della pandemia e del principio di realtà. Non ci sarà più, nella politica italiana, il 33% di voti, nè di destra né di sinistra.
Mi aspetto un esito biblico di voti e prospettive politiche molto incerte.