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Mini naja: ce n’era davvero bisogno?

Il Ministro della Difesa ha recentemente annunciato la presentazione di una proposta di legge che introduce la possibilità  per i giovani di un servizio di leva volontario breve, di una durata da un minimo di trenta giorni ad un massimo di quaranta, la cosiddetta mini naja

nelle intenzioni del proponente, l'iniziativa servirebbe ad avvicinare i giovani ai valori delle Forze Armate;

è noto a tutti il deficit di risorse che nelle Forze Armate, soprattutto a causa delle carenze di organico, sta rendendo sempre più difficile anche l'ordinaria attività quotidiana;

è altresì noto che non vi è caduta alcuna delle domande di arruolamento nelle Forze Armate  e che, anzi, il numero degli aspiranti al servizio permanente è di gran lunga superiore alla possibilità delle Forze Armate di darvi riscontro;

con la legge 133/2008, i fondi per il reclutamento sono stati ridotti del 7 per cento per il 2009 e del 40 per cento a decorrere dal 2010;

è evidente che è tale riduzione dei fondi a mettere in discussione il reclutamento;  

appare alquanto dubbia all'interrogante l'opportuntà di un'iniziativa che impiega risorse a scopi pubblicitari per attrarre i giovani quando poi non si sarebbe in grado di garantirne un effettivo e stabile inserimento;

la realtà dei tagli al reclutamento e, in particolare, l'esperienza di migliaia di giovani idonei e non vincitori di concorso o che vengono lasciati a casa dopo 4-5 anni di servizio, non può essere nascosta da iniziative propagandistiche quali il "mini" servizio militare che, in tale contesto,  assume la fisionomia di una pubblicità ingannevole;

il miglioramento delle  condizioni di servizio e una maggiore stabilizzazione del personale costituirebbe la migliore pubblicità possibile per le Forze Armate nei confronti dei giovani che intendono prestarvi servizio

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MAGDA NEGRI

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