25 luglio 2007
SOLIANI , NEGRI , MAGISTRELLI , PROCACCI , BANTI , LUSI , PIGNEDOLI , BODINI , FONTANA
Il Senato,
premesso che:
sin dagli anni ’40 è stato scientificamente dimostrato che l’amianto è una sostanza altamente nociva per la salute con effetti fortemente cancerogeni; infatti l’esposizione continuativa all’amianto, come ormai ben noto, provoca il mesotelioma pleurico, l’asbestosi, il carcinoma polmonare non solo a chi ha manipolato direttamente l’amianto, ma anche a coloro i quali ne vengono a contatto per motivi abitativi, familiari o ambientali;
le patologie causate dalla respirazione delle fibre di amianto sono tutte caratterizzate da tempi di latenza molto lunghi; dall’esposizione al metallo al manifestarsi della malattia possono trascorrere diverse decine di anni; dunque, per i prossimi decenni è previsto un forte incremento dei decessi provocati dall’amianto, che raggiungerà l’apice tra il 2015 e il 2025 e, secondo alcuni esperti, persino nel 2040;
tali drammatiche previsioni suscitano grande allarme anche in Italia, dove l’amianto, per le sue caratteristiche di resistenza e flessibilità, ha trovato largo impiego sia nell’industria sia nell’edilizia; infatti, la presenza di tale minerale è stata rilevata ovunque, persino nelle scuole e negli ospedali;
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le aree maggiormente contaminate risultano essere quelle che negli anni hanno ospitato gli stabilimenti, ormai dismessi, di produzione e lavorazione dell’amianto; particolarmente colpito risulta essere il territorio piemontese per la presenza degli ex stabilimenti Eternit di Casale Monferrato e Cavagnolo, dove negli ultimi anni si registra un allarmate aumento di decessi per tumori, mesotelioma, neoplasie, carcinoma e malattie correlate all’amianto; in particolare, a Casale Monferrato vengono diagnosticati dai 20 ai 25 casi di mesotelioma ogni anno (su 1.000 in Italia) e si registrano altrettante morti dovute alla malattia; si osserva che soltanto nel 40% dei casi il mesotelioma rappresenta una malattia professionale, mentre il restante 60% riguarda la popolazione che non è mai entrata a diretto contatto con l’amianto;
la legge 27 marzo 1992, n. 257, ha stabilito la cessazione dell’impiego dell’amianto e di qualsiasi prodotto che lo contenga; inoltre ha previsto il divieto di estrazione, lavorazione, utilizzo e commercializzazione dell’amianto, la bonifica degli edifici, delle fabbriche e del territorio, misure per la tutela sanitaria e previdenziale dei lavoratori ex esposti all’amianto, nonché misure per il risarcimento degli stessi, il riconoscimento della qualifica di malattia professionale e del danno biologico;
a oltre quindici anni dalla sua approvazione, la suddetta legge è stata solo parzialmente attuata; infatti, sono rimasti inattuati aspetti fondamentali come: la mappatura della presenza dell’amianto in Italia, la previsione dei piani di bonifica, la creazione del registro degli ex esposti e dei mesoteliomi, mentre sono aumentati progressivamente i decessi per tumore causati da esposizione all’amianto (i dati più recenti del registro dei mesotelici indicano che il 2006 ha fatto registrare un aumento del 20 per cento dei malati da amianto);
considerato inoltre che dal giugno 2006 è giacente presso la 11a Commissione permanente (Lavoro, previdenza sociale) del Senato il disegno di legge che prevede disposizioni a favore dei lavoratori e dei cittadini esposti ed ex esposti all’amianto, nonché la delega al Governo per adottare un testo unico in materia di esposizione all’amianto,
impegna il Governo:
ad attivarsi per una reale ed efficace campagna di sensibilizzazione ed informazione sulle patologie correlate e sui diritti previsti dalla legislazione vigente nei confronti dei cittadini, dei lavoratori esposti all’amianto, al fine di contrastare il diffondersi delle patologie neoplastiche e non neoplastiche conseguenti all’esposizione all’amianto;
a prevedere l’istituzione, presso l’INAIL, del Fondo per le vittime dell’amianto finalizzato alla erogazione di una prestazione economica aggiuntiva alla rendita diretta o alla liquidazione della rendita ai superstiti, soprattutto nei confronti dei lavoratori che, ai sensi della legge 257/1992, non hanno avuto il riconoscimento di alcun beneficio previdenziale;
a prevedere per i lavoratori affetti da malattie professionali causate dall’amianto e per i lavoratori riconosciuti esposti all’amianto la fruizione gratuita di forme di monitoraggio in funzione di sorveglianza sanitaria e di diagnosi precoce;
ad avviare rapidamente, in funzione della sicurezza nazionale e della tutela della salute dei cittadini, un processo di bonifica, attraverso la mappatura della presenza dell’amianto in Italia, l’individuazione di discariche specializzate, la fusione delle fibre d’amianto prima del loro trasferimento nella discarica;
ad adottare opportune iniziative affinché, d’intesa con gli enti locali e le organizzazioni dei lavoratori, l’ingente opera di bonifica proceda speditamente, con trasparenza, nella consapevolezza che ogni futuro modello di sviluppo industriale e produttivo dovrà essere improntato a canoni di sostenibilità ambientale e di rispetto della salute e dei diritti dei lavoratori;
a prevedere agevolazioni tributarie per il risanamento degli edifici pubblici prevedendo preventivamente la messa in sicurezza degli edifici scolastici ed universitari, delle strutture ospedaliere, degli edifici aperti al pubblico.