La vecchia signora esule dall’Istria, poi stabilitasi in una colonia sarda nata dagli esuli giuliano-dalmati dice: “Per 60 anni non si è potuto parlare di noi.
“E ricorda le atrocità subite dai civili e specialmente dalle donne ad opera di alcuni combattenti del generale Tito.
Non c’è odio nelle sue parole (è un servizio de La7 che andrà in onda oggi..) ma un’immensa scia di dolori e di ricordi crudeli che l’hanno accompagnata tutta la vita.
Dice di non capire molto di politica.. ma che dobbiamo sapere e ricordare.
Esattamente così.. perché solo così si compone una storia nazionale.
Oggi possiamo comprendere che la grande lotta partigiana del generale Tito contro i fascisti invasori e colpevoli di immense atrocità si è accompagnata a una lunga lotta etnica contro gli italiani in quanto etnia, non perché corresponsabili dell’aggressione dei fascisti italiani.
Oggi ricordiamo i civili italiani uccisi nelle Foibe e onoriamo la loro memoria e le loro sofferenze.
Con convinzione.. e speranza, perché anche le questioni territoriali più complesse possono essere risolte e pacificamente.. come dimostrano i confini orientali tra Italia e Slovenia.
Ecco perché è gravissimo attaccare oggi la Corte Penale Internazionale: perché anche nelle guerre di liberazione contro gli aggressori, le uniche giuste, ci sono crimini contro i civili e violazioni dei diritti umani che non possono essere cancellati dalla Storia strappandone una pagina.
E’ accaduto 80 anni fa.. accade ancora.
Non basta dire.. sono “i costi della guerra.”
Per questo dobbiamo sempre vigilare, distinguere, difendere le vittime.