Se fossi un/a ragazzo/a di vent’anni, anzichè averne 50 in più.. considererei queste elezioni europee del giugno 2024 il mio battesimo politico, la vera sfida da tentare.
Ogni generazione politica ha la sua prova del fuoco, la sua chiamata alle responsabilità collettive.
A pensarci fino in fondo, solo i giovani che voteranno quest’anno per la prima vola alle europee lo faranno in un’Europa lacerata da una guerra in casa, mentre la democrazia USA logorata dal trumpismo e da una polarizzazione socio-politica interna inaspettata, mente il medio-oriente si trova di fronte al dramma di Hamas e ai lutti del popolo palestinese.
Si dirà… E’ una nuova geopolitica, è una difficile situazione internazionale.
No, è un mutamento di paradigma, perchè in questa situazione internazionale, l’Europa allargata esce dal solito compromesso, retto dai pilastri del PPE e della Social Democrazia, e si aggregano nuove forze della destra estremista, che ha al suo interno molteplici declinazioni.
Allora rubo una recente riflessione di Occhetto: “In questa nuova pagina storica non basta più lottare per la pace, ma insieme bisogna farlo per la libertà.
Perchè senza le libertà civili e politiche nessuna pace è ormai garantita in Europa.
Come insegnano le migliaia di persone, per lo più giovani che, sapendo cosa rischiavano, sono state ore in fila al funerale di Naval’nyj e contro Putin.
Cosa c’è nella testa dei giovani europei americani che in questi giorni manifestano, giustamente, contro la strage dei palestinesi per la pace in medio oriente?
Qualche volta sento slogan da anni ’70, non da anni 2020…
L’attacco è tutto contro gli USA, la cui potenza politica sta declinando, e l’empatia, l’identificazione, con la resistenza ucraina sembra piuttosto lieve, senza vera partecipazione umana.
Eppure sempre i giovani si sono affacciati alla storia in nome dell’emancipazione e della libertà.
Sarà molto interessante vedere l’evoluzione delle culture politiche dei giovani occidentali, che tra pochi anni saranno le classi dirigenti dei nostri paesi.
Personalmente penso che facciamo tutti fatica a interiorizzare la fine del bipolarismo post seconda guerra mondiale, e a vedere le ombre delle nuove minacce, le nuove sfide alle libertà democratiche.