Su invito del comando dell'Esercito dell'area nord ho partecipato a uno degli ultimi raduni d'arma in occasione del 150esimo a Novara: il raduno nazionale dei carristi.
Solita regia efficace e anche solita assenza dei rappresentanti del centrodestra e del Governo. C'era il nuovo sindaco di Novara, particolarmente brillante, i parlamentari del Pd e la sola presidente leghista del Consiglio Provinciale.
Il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, carrista, ha scelto proprio Novara per dare l'addio all'esercito. Ho sempre considerato questo alto ufficiale un uomo molto cordiale, simpatico, un emiliano alla mano che ha diretto grandi missioni internazionali. Ha ricordato i suoi primi comandanti quando era allievo ufficiale, non ha parlato di sè e del periodo più smagliante della sua esperienza, ma si è rivolto solo ai giovani soldati e ha usato una metafora che si adatterebbe anche a molti politici: il tramonto sta scendendo sulla mia esperienza di vita militare, ma resto in riserva a disposizione. Solo che l'esercito ha linee di comando, scansioni temporali e un'oggettività di funzioni che è del tutto aliena alle dinamiche delle elite politiche.