Al Sabato mattina in genere vado a nuotare all’ Acquatica.
Oggi no.
Mi seguirò con religiosa attenzione l’Assemblea Nazionale che apre concretamente la fase congressuale.
Dopo un po’ di stasi post sconfitta, le cose si muovono.
Possono piacere o no ma, con il governo di centro destra insediato, l’alternativa e la futura alternanza si giocano tutte sul profilo e la funzione che il Pd assegnerà a se stesso.
Per intanto osservo un eccesso di astiosa ostilità da parte di Azione, in tutte le sue componenti, assolutamente parallelo a quello del partito di Conte ex 5S.
Non deve importarci più di tanto.
Talvolta sono confronti strategici, per lo più conflitti interburocratci di ceti politici in cerca di futuro.
Anche a Torino si accendono molti confronti tra le varie componenti del partito, esponenti del partito di Conte, vecchi e nuovi, o di Art. 1.
Se ne aggiungeranno altri, su altri versanti.
Io ho una linea di condotta, credo infallibile.
Si ascolta tutti, si decide in autonomia.
Non saranno Azione o i 5S, attuali co protagonisti dell’opposizione, a definirci o a condizionarci.
Il futuro del Pd è tutto in mano dei militanti, dei votanti, dei dirigenti di questo partito.
Per un po’ si incassa, come mi ha detto ieri in termini pugilistici il mio segretario di circolo.
Poi si fa sul serio.