Il giorno dopo Caserta è tutto un rassicurare che è stato trovato un punto di equilibrio dinamico, e che fra poco il governo mostrerà la sua spinta propulsiva. Aspettiamo a mangiare il budino, dice Fassino.
Anche Barbara Pollastrini su Repubblica confida che la legge sulle unioni civili – che pure slitterà un po’ – nascerà con l’accordo di Rosi Bindi.
Giuliano Amato propone una sorta di patto solenne sui valori, sulla nozione di libertà come responsabilità e fissa gli opposti da evitare : il liberismo tatcheriano di sinistra nell’etica e una prassi cattolica che è islamizzazione del cristianesimo. Nel mezzo ci sarebbe la giusta piattaforma valoriale da condividere per il futuro PD.
Non ci convince: la politica può parlare di diritti, di doveri, di libertà liberali e collettive e trovare soluzioni di volta in volta adatte ai singoli problemi che emergono.
Ma la libertà “responsabile è una categoria etica, e ognuno può interpretarla come vuole.
Comunque, con estenuante fatica e appesantita da un’artificiosa “diversità” anche la società italiana sancirà nella legge il profondo mutamento di costume, valoriale, di politica delle relazioni che l’evoluzione dell’istituto familiare ha portato con sé.
Chi è autorizzato a giudicare dove finisce la libertà ed incomincia la responsabilità?
A proposito passo questi giorni all’ospedale per accudire un familiare. Oggi, vicino a noi, è stata ricoverata una signora di 78 anni che abita in un piccolissimo paese vicino ad Avellino. La accompagnavano le figlie, da trent’anni a Torino, una impiegata l’altra insegnante.
Per un po’ in stretto dialetto campano ci ha lodato tutta la sua famiglia, il buon successo negli studi e nel lavoro.
Poi, in un improvviso e doloroso flash-back, è tornata ai suoi 30 anni, aveva una bimba di cinque e la seconda di un anno e mezzo quando, circa 50 anni fa, suo marito lasciò il paese per andare a fare il muratore a Monaco di Baviera.
Lì lavorò ventisette anni, tornando a casa solo una, massimo due volte l’anno, fino a quando tornò solo per morirvi.
“Perché ci siamo sposati?” mi chiede “…ho cresciuto le figlie sempre da sola… solo da grandi sono andate a trovare il padre in Germania”.
A me, una sconosciuta continua a ripetere: “Avevo 30 anni, solo 30 anni” e capisco che vuole dire tante cose.
Straordinario esempio di responsabilità senza libertà.