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PD: verso una nuova pax tra le correnti?

Veltroni scambia la mobilitazione per la riforma della scuola, che noi dovremo rafforzare e precisare per tutta la durata della legislatura, con la proposta tranchant del referendum contro la legge Gelmini, che pure non è una riforma, ma soltanto una confusa sommatoria di tagli. Difficile che il referendum vero e proprio possa essere praticato sulla totalità dei capitoli della legge Gelmini, trattandosi spesso di capitoli di spesa.
Questa vicenda, comunque, si interseca con la montante campagna di opposizione di quasi tutto il PD e dei quadri veltroniani a favore del mantenimento della legge elettorale europea così com'è: non solo il sistema delle preferenze e i grandi collegi, ma anche l'assenza di qualsivoglia soglia. In questo senso quella di Vassallo rimane una proposta di mediazione di scuola, eppure non valorizzata dal partito in quanto tale.

Da tutto ciò consegue una considerazione. Credo che Veltroni si sia convinto che la giusta strategia equivalga a sommare tutte le opposizioni parlamentari – da IDV a UDC passando per il PD – e farne quanto più possibile un soggetto politico coeso. I confini del PD in questo caso si stemperano, si fanno più fragili, annullandosi quasi le differenza all'interno delle diverse opposizioni parlamentari.

Mi sembra, quindi, che si sia affermata un'unica grande linea maggioritaria nel PD e che non ci sia più materia politica vera di distinzione con D'Alema, al di là dei personalismi e degli interessi burocratici dei quadri alti e medio alti. Se le cose fossero così, incomincerebbe finalmente nel PD una nuova pax veltroniana-popolare-dalemiana che aprirebbe frontiere strategiche nuove.

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MAGDA NEGRI

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IL MIO PARTITO