Qualche giorno fa ho inviato una lettera – che potete trovare sotto in LEGGI TUTTO – ai vertici regionali del Pd, alla Bresso e a Chiamparino, in vista del primo appuntamento del 16 giugno di Piemonte Democratico (www.piemontedemocratico.it).
Sono lieta di essere stata ascoltata. La discussione di lunedì sera con Susta, Bresso e Chiamparino è stata positiva, è andata nel merito. Sarò lieta di aver contribuito, se Piemonte democratico continuerà a essere un polo aperto di riflessione che si allargherà a centri concentrici. Tutto ciò contribuendo a una discussione innovativa e libera, superando questo attuale clima di componenti e accordi fra piccoli leader.
Vorrei rilevare una cosa che a qualcuno potrebbe essere sfuggita: parlando di "politica politica", Chiamparino ha detto a un certo punto che il PD può essere tre cose. Tre cose: un partito in senso proprio, una confederazione fra due partiti, un campo politico aperto, una specie di arena dove leader possono candidarsi con il metodo delle primarie. Strano che non sia stata colta l'alternatività e la paradossalità di questa triplice alternativa. C'è il rischio di perdere il timone, che la barca, ben prima di incagliarsi contro un grosso scolgio, perda i pezzi in mare aperto.
Alla c.a di Sergio Chiamparino, di Mercedes Bresso, di Sergio Soave
Carissimi,
Credo che dobbiate ben calibrare il taglio e il senso dell’iniziativa del 16 giugno sera di Piemonte Democratico. E’del tutto evidente che l’ intervista di oggi di Rutelli al Corriere, unitamente a quella di Bobba a Liberal, apre problemi che, almeno per me che non ho firmato il manifesto dei coraggiosi sette mesi fa, sono di natura quasi congressuale.
Penso che il 16 giugno dovreste lanciare una riflessione innovativa sul Piemonte, sulle prossime elezioni provinciali, invitando i nostri presidenti delle Province del Piemonte e dando la parola a intellettuali liberi che riflettano sulla società piemontese. Penso, cioè, a una serata di alto profilo programmatico locale e di valorizzazione delle nostre classi dirigenti locali.
Non mi pare che l’evoluzione della situazione politica consenta molto di più. In questo caso considererei del tutto negativa e arbitraria qualsiasi parata di parlamentari che alludesse a correnti politico-culturali nazionali e naturalmente non potrei partecipare.
Cerchiamo di fare una cosa nuova e utile e non di contribuire noi per primi a un “correntone” centrista. Non aiuterebbe al governo e all’unità del partito.
Un caro saluto,
Magda Negri