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Prove difficili della democrazia partecipata ai tempi del Covid19.

By 21/10/2020Attualità
Sto sentendo per telefono molte amiche, per lo più mie coetanee, ma anche amici maschi, e capisco che l’alta marea ormai è arrivata.
Si susseguono i provvedimenti restrittivi nelle Regioni, ma ognuno di loro ha già fatto il proprio piano di vita quotidiana, ha già scelto cosa fare e cosa non fare, per lo più sono tutti molto esperti di dati e di % di ammalati e deceduti e il clima sta tornando rapidamente ad essere quello di febbraio/marzo.
I mesi più drammatici.
Chi rinuncerà al cinema, chi restringerà il proprio raggio di socialità alle telefonate, pressochè nessuno rimpiange di non poter andare tranquillamente a zonzo, in giro per negozi.
Il cibo è garantito, la vita nella sua pienezza no.
Concordano quasi tutti che le lezioni a scuola si tengano in streaming fino alle prime due classi delle superiori, ci si scambia informazioni sul vaccino contro l’influenza, che sarà a disposizione dai medici di base dopo il 20/11 e qualcuno diligente, come me, si è già procurato il vaccino contro la polmonite.
Sono, siamo, tutti molto preoccupati per la crisi economica che colpirà molto il paese e specificatamente alcuni settori dei servizi.
Quasi nessuno, per fortuna, si pone il problema che mi assilla da qualche giorno: a Roma e a Torino come faremo le primarie?
Incomincio a pensare che bisogna organizzare un voto per posta, copiando dagli americani e dagli australiani, insieme al voto online.
Prove difficili della democrazia partecipata ai tempi del Covid19.
 
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MAGDA NEGRI

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