Tre giorni interessanti il 22-23–24 novembre trascorsi in Germania per la missione della Bicamerale Rifiuti. Sono stata a Berlino e a Dresda per seguire una pista di smaltimento illegale di rifiuti provenienti dalla Campania. E’ in corso una indagine delle autorità sassoni. Trattandosi però i una discarica semipubblica i poteri sassoni sono più che riservati, quasi reticenti.
Stiamo parlando della Sassonia, che si definisce libero Stato di Sassonia. Come la Baviera. Finiamo su Tg regionale. Parla Pecorella per la maggioranza. Ed io per l’opposizione. Grazie a una brava interprete italiana che da anni vive a Berlino. La Germania non ha quasi discariche: ricicla il 70 % dei rifiuti, con un migliaio di impianti che trattano la differenziata. Hanno più di 70 inceneritori e altri sono in via di costruzione. E lì son già pronti ad applicare l’ultima Direttiva europea in tema di trasporto e trattamento dei rifiuti sul territorio europeo. Considerano il riciclo un modo per recuperare un “tesoro” in termini di materia prima. Il loro vero petrolio, l’incenerimento di ciò che resta: così teleriscaldano molte città del nord. Incontriamo politici, ma molti operatori pubblici e privati del settore. Tutti esaltano il riciclo. L’industria siderurgica tedesca produce più del 50% con acciaio che deriva dal recupero di materie prime. Insistono sul riciclo, ma più riciclano meno resta da bruciare nei termovalorizzatori che hanno bisogno di rifiuti urbani.
Ecco perché hanno bisogno di ricevere dall’Italia flussi di rifiuti urbani e speciali. I loro 70 inceneritori possono bruciare oltre 17 milioni di tonnellate di rifiuti, ma resta a disposizione di altri Paesi una capacità inutilizzata per 300mila tonnellate. Per un po’ di tempo i contratti fatti con i commissari della Campania hanno funzionato, ma ora risentono della campagna di stampa che ha lanciato sospetti di inquinamento camorristico e di sversamenti illegali. Intanto però il prezzo dello smaltimento in Germania sta diminuendo passando da 200 euro alla tonnellata a 120 euro.