In attesa del dibattito sul voto di fiducia alla Camera, la ripresa in Senato è stata in tono minore e piuttosto confusa, però si sente un po' il segno dei tempi.
Considero positivo ad esempio che, dopo l'impegno del Governo verso l'Europa di attivare la nostra economia anche aprendo la chiusura degli ordini professionali discriminatori specialmente verso i giovani, ci sia stata una piccola rivolta bipartisan contro un ddl unanimemente votato in Commissione Sanità, che avrebbe istituito 5 nuovi ordini e 10 nuovi albi per le professioni sanitarie non mediche. Se non ci fosse stato lo shock della crisi ci saremmo infilati pedissequamente in questa ulteriore strettoia del mercato del lavoro.
Negativo invece, visto anche dall'ottica della mia Commissione Difesa, che l'accorciamento dei lavori parlamentari e l'impegno dei ministri e dei sottosegretari tutti alla Camera, abbia fatto decadere temporaneamente la discussione di provvedimenti molto importanti quali le nuove norme europee per gli appalti delle produzioni d'arma (sempre in senso liberalizzatore) e la discussione sul codice di pace delle missioni internazionali.
Al minimo stormir di fronda, al minimo impegno ulteriore, il Governo latita e schiva lavoro e problemi. Il senso di precarietà crescente rischierà di estenuare l'operatività possibile di questo scorcio di legisltaura.