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Risposta del Governo a interrogazione su divieto balneazione con Burkini: perplessità dell’Ufficio

By 20/06/2011Febbraio 17th, 2024Interrogazioni e Interventi

Risposta del Governo ( ricevuta il 3 giugno 2011) a interrogazione del senatore MAGDA  NEGRI su divieto Balneazione con Burkini a Varallo Sesia
L'Ufficio del  Sottosegretario di Stato per l'interno DAVICO  ha espresso serie perplessità in ordine alla fondatezza delle motivazioni che hanno indotto il Sindaco di Varallo Sesia ad adottare il provvedimento.

Da Senatrice   MAGDA NEGRI (PD)
Legislatura 16 Risposta ad interrogazione scritta n° 4-01997

Risposta all'interrogazione n. 4-01997
Fascicolo n.126
3 giugno 2011
RISPOSTA. – Con l’ordinanza n. 99/2009 il Sindaco di Varallo Sesia ha vietato la balneazione nelle acque del territorio comunale a chiunque indossi il cosiddetto burkini.
In relazione alla vicenda è stato interessato l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (UNAR) operante presso il Dipartimento per le pari opportunità cui spettano, ai sensi dell’art. 7 del decreto legislativo n. 215 del 2003, funzioni di controllo e garanzia delle parità di trattamento e dell’operatività degli strumenti di tutela, oltre al compito di svolgere, in modo autonomo e imparziale, attività di promozione della parità e di rimozione di qualsiasi forma di discriminazione fondata sulla razza o sull’origine etnica, nonché di accertamento dell’esistenza di forme di razzismo a sfondo culturale o religioso.
L'Ufficio ha espresso serie perplessità in ordine alla fondatezza delle motivazioni che hanno indotto il Sindaco di Varallo Sesia ad adottare il provvedimento.
Inoltre, il Prefetto di Vercelli ha chiesto le motivazioni che hanno indotto il Comune ad emettere l'ordinanza e, appurato che il provvedimento non ha espressamente citato l’art. 54 del decreto legislativo n. 267 del 2000, ha invitato il Sindaco a non dare esecuzione all'ordinanza medesima, ricevendone assicurazione.
Si rappresenta, infine, che al di là dell’impatto mediatico che in sede locale l’ordinanza ha suscitato, non risulta che sia stata effettivamente applicata o che siano state elevate sanzioni amministrative per violazione della stessa.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno
DAVICO
(3 giugno 2011)
Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-01997

Atto n. 4-01997

Pubblicato il 24 settembre 2009
Seduta n. 258

NEGRI , MARINO Mauro Maria , LEDDI , BIONDELLI – Ai Ministri dell'interno, degli affari esteri e per le pari opportunità. –
Premesso che:
nell'agosto 2009 il sindaco di Varallo Sesia, in provincia di Vercelli, Gianluca Buonanno, ha emanato un'ordinanza che vieta la possibilità di bagnarsi nelle acque del territorio, siano esse piscine, fiumi o torrenti, a chi indossi il burkini, pena il pagamento di una multa di 500 euro;
il burkini è un costume da bagno che, pur non essendo imposto ufficialmente dalla religione islamica, è comunemente usato da molte donne musulmane e copre interamente il corpo ad eccezione del viso, dei piedi e delle mani;
le motivazioni addotte dal Sindaco per giustificare tale decisione vertono su presunte esigenze igieniche e sul possibile turbamento che la vista di una donna che fa il bagno con il burkini potrebbe causare ai minori: entrambe i motivazioni risultano, con tutta evidenza, prive di fondamento;
per quanto riguarda i presunti problemi igienici, infatti, va ribadito che il burkini non è altro che un costume da bagno, realizzato con tessuti idonei a questo scopo al pari di tutti i modelli normalmente in uso nelle piscine e sulle spiagge italiane come il bikini, le cuffie, il costume intero o i bermuda; non si vede dunque quali siano i pericoli per l'igiene che un costume da bagno semplicemente più coprente potrebbe causare;
d'altra parte, se invocare ragioni di carattere igienico per le piscine pubbliche appare privo di fondamento, l'estensione del divieto per ragioni igieniche ai fiumi e ai torrenti risulta paradossale o addirittura ridicolo, essendo ben altre le preoccupazioni di carattere igienico che interessano i corsi d'acqua; il divieto riguardante fiumi e i torrenti dovrebbe, se l'ordinanza avesse una logica, estendersi alle mute da sub del tutto analoghe al burkini quanto a superficie del corpo coperta, come a tutti coloro che si immergono anche parzialmente nei fiumi senza togliersi i vestiti, come ad esempio i pescatori e i palombari;
la tesi fatta propria dal sindaco Buonanno, secondo il quale la vista del burkini turberebbe la sensibilità degli altri bagnanti e tra questi in particolare dei minori, costituendo – sembra di capire – un'offesa al comune senso del pudore, sembra non solo completamente priva di fondamento ma anche manifestamente illogica: il burkini è stato ideato e viene solitamente indossato per coprire il più possibile il corpo femminile ed è dunque per definizione l'antitesi di un capo d'abbigliamento provocante o che possa offendere il comune senso del pudore;
la manifesta pretestuosità delle motivazioni addotte per giustificare questo assurdo divieto a giudizio degli interroganti rende evidente l'odiosa finalità discriminatoria che è, in realtà, alla base dell'ordinanza del sindaco Buonanno; il divieto in questione non tutela in realtà alcun interesse pubblico, ma è concepito esclusivamente quale strumento di discriminazione razziale e religiosa contro tutti coloro che professano la religione musulmana,
si chiede di sapere:
quali iniziative di propria competenza intendano prendere i Ministri in indirizzo per ottenere l'immediata revoca dell'ordinanza del Sindaco di Varallo Sesia, palesemente anticostituzionale per la grave violazione del principio della libertà religiosa contenuto nell'art. 19 della Costituzione, nonché del principio di uguaglianza contenuto nell'articolo 3, per il quale "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali";
quali iniziative intendano promuovere, anche sul piano normativo, per impedire che il potere di ordinanza dei Sindaci – che come dimostra questa vicenda è ormai fuori controllo – sia irresponsabilmente utilizzato come strumento di intolleranza religiosa in aperta violazione dei principi fondanti della Repubblica contenuti nella nostra Carta costituzionale;
quali iniziative inoltre – in contesti di crescente multiculturalità – si intendano attivare per assicurare, in Italia come in altri Paesi, reciprocità nell'accettazione di usanze e comportamenti

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