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Rivoluzione attiva

By 25/04/2020Attualità
A chiusura di questo strano 25 Aprile, mi piace ricordare il giudizio di Palmiro Togliatti sul carattere sostanziale della lotta di Liberazione in Italia, come la sviluppò nel libro di Maurizio e Marcella Ferrara “Conversando con Togliatti” a pagina 263.
Togliatti entrò nella lunga diatriba tra rivoluzione passiva e rivoluzione attiva, che trae origine dal giudizio di Vincenzo Cuoco sulla Rivoluzione di Napoli del 1799 e arriva al Gramsci, che definiva il Risorgimento come rivoluzione passiva, perchè guidato dall’egemonia totale dell’ala liberal moderata con l’assenza quasi completa delle masse contadine.
Per Togliatti la Liberazione, diversamente dal Risorgimento, fu la prima rivoluzione attiva, in ambito nazionale, della storia d’Italia.
Rivoluzione antifascista, democratica, popolare.
I comunisti si fecero protagonisti dell’Unità nazionale e l’obiettivo nazional democratico della Guerra di Liberazione definisce il carattere di rivoluzione attiva della stessa….
Diversamente dalla Grecia, le forze comuniste e socialiste, che avevano guidato l’ insurrezione al Nord, non si isolarono e non rinunciarono mai a parole d’ordine nazionali e democratiche.
Quelli della mia generazione hanno vissuto i dibattiti sull’occasione mancata e sulla Rivoluzione tradita, ma è proprio leggendo le biografie dei partigiani italiani, guardando più avanti alla Costituente, alla Repubblica, alla nascita di grandi partiti nazionali e di massa, che vediamo crescere il frutto di quella che fu un’eroica minoranza, che seppe unire intorno a sè gran parte delle masse popolari italiane e contribuì alla nascita del nuovo stato repubblicano.
L’unico che quasi tutti noi abbiamo avuto la fortuna di conoscere.

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MAGDA NEGRI

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