Se il “federalismo sanitario” che Roberto Cota ha in mente consiste nel decidere arbitrariamente quali farmaci somministrare ai piemontesi e quali no, allora ci sono buoni motivi per essere seriamente preoccupati. E’ grave che il neo governatore dichiari che la Ru486 resterà nei “magazzini”, ed è altrettanto grave che la nuova amministrazione regionale pensi di impedire o di ostacolare l’utilizzo della pillola negli ospedali piemontesi. La Ru486 è stata autorizzata dall’Agenzia del farmaco ed è quindi entrata a far parte del prontuario farmaceutico nazionale. Le Regioni, pur nella loro autonomia, devono rispettare la normativa in materia di interruzione della gravidanza e le indicazioni dell’Aifa. Dunque, nessuno può impedire alle donne piemontesi di ricorrere alla Ru486. Dal Presidente Cota ci aspettiamo semplicemente il rispetto della legge e delle donne.
Lucia CENTILLO, Maria FERLISI, Sara PALADINI, Anna ROSSOMANDO
hanno inoltre aderito al documento
Mercedes Bresso, Giuliana Manica, Angela Migliasso, Angela Motta, Gianna Pentenero, Sen. Franca Biondelli, Sen. Piero Marcenaro, Sen. Magda NEGRI, Milù Allegra, Monica Auddisio, Cristina Bulgarelli, Malvina Brandajs, Carola Casagrande, Laura Clarici, Marika Del Boccio, Nadia Levi Jedid, Elena Giuliano, Angela Massaglia, Damiana Massara, Monica Mazza, Maria Rosaria Mollo, Valeria Saracco, Paola Turchelli, Viciane Wetchetchieu, Magda Zanoni, Gioacchino Cuntrò, Raffaele Bianco, Luca Cassiani, Giovanni De Marco, Emanuele Durante, Dario Omenetto, Antonio Macrì, Matteo Mereu, Pier Paolo Soncin, Mario Sechi.