Non mi è chiarissimo in cosa può consistere la “rivolta sociale” riconfermata da Landini.
A metà tra la Cgil, soggetto pienamente politico, come è successo in altri tempi del sindacato, ulteriormente accresciuto dai temi contemporanei quali ambiente, guerra, antagonismi sociali, diritti civili.
Lo sciopero generale eccede quindi sempre più la dimensione puramente sindacale e si dilata al “tutto” della politica.
Se sarà così, mi auguro che la mobilitazione democratica,che non mi piace chiamare rivolta, sia la più concreta e ficcante possibile, in grado di migliorare davvero le condizioni dei lavoratori.
Ci vorranno pochi slogan.. alleanze sociali… grande capacità contrattuale.. interlocuzione con le varie forze politiche.. capacità di convincere i cittadini.
Mi auguro una vera grande sfida riformista.
Ma rivolta e sfida riformista non vanno tanto a braccetto insieme.