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Se un senatore dell’Ulivo vota contro il Governo – 6 dicembre

By 09/12/2007Maggio 27th, 2024Politica

Per quasi tutti i deputati dell'Ulivo la battaglia antidiscriminatoria contro i pregiudizi sessisti, come i per i pregiudizi razzisti, è una vocazione naturale, ha il senso di un dovere da compiere con serenità e fermezza, senza guardare le virgole. Per una piccola, ma estremamente identitaria e settaria pattuglia di senatori dell'ulivo, era e rimane un attacco all' "ordine naturale" fondato sul precetto religioso e sulla razionalità storica. In fondo è il leitmotiv dell'insegnamento di Benedetto XVI: naturale confluenza tra insegnamento religioso e retta-ragione.

Paradossalmente è stato proprio Cossiga, che pure è venuto a votare la fiducia al Governo (per fare un dispetto ad Andreotti che è venuto a votare no), a spiegarcelo con chiarezza. Ha detto che avrebbe votato a favore di Prodi perchè incombe la guerra del Kosovo e che una tale causa poteva in parte giustificarlo agli occhi dello spirito santo, essendo l'omossessualità il quarto più grave peccato per i cristiani agli occhi dello spirito santo. Con meno finezza Mantovano di An urlava dall'alto dei banchi che se fosse passata quella fiducia al governo, non solo i gay si sarebbero spostati e avrebbero adottato bambini, ma avremmo anche arrestato il Papa.

In questo, la senatrice Binetti, unica tra i Teodem e senza avere avvisato nessuno prima, è passata sotto i banchi del Governo e ha detto il suo no. Era visibilmente turbata, ma tranne pochissimi, noi eravamo visibilmente indignati. Le cose sono però molto semplici: perchè ha detto di no al governo e poi ha votato sì al decreto modificato dall'emendamento? Perchè non ha fatto il contrario? Come mi sono sforzata di scrivere in un post più tecnico-procedurale, avevamo fatto un certo casino , ma se ci sono problemi, prima si spara con l'artigleria leggera, poi con quella pesante, poi con le bombe a mano e non si usa subito la bomba atomica. C'è un ragionevole criterio di proporzionalità della risposta. Molti pensavano si fosse sbagliata, ma se uno vota contro il Governo che aveva due soli voti di maggioranza correndo il rischio della sua caduta, evidentemente ha rotto un patto fondamentale di compatibilità politica.

In queste ore la Senatrice Binetti si affanna a dire, e chiede di essere creduta, che lei non voleva fare cadere il Governo, ma solo testimoniare la sua coscienza, ma allora ha sbagliato luogo, mestiere e funzione. Non può essere un singolo problema di coscienza, su un tema per altro che allarga i diritti di persone sofferenti a mettere in crisi il voto e le volontà di milioni di italiani.

A Otto e Mezzo il giorno dopo, la senatrice Binetti ha detto che le può fare quello che vuole perchè il PD non ha ancora un manifesto dei valori, ne uno statuto, nè regole. Questo secondo argomento è ancora più pericoloso perchè descrive più di due anni di lavoro congressuale come un nulla, uno spazio vuoto o, se preferite, "parole in libertà" ininfluenti a definire un campo culturale comune.

Un ' ultima considerazione con chiarezza, determinazione, la senatrice Binetti e altri senatori teodem ostacolano iniziative legislative sui dico, sul testamento biologico e, immagino, su altre iniziative legislative come quelle promosse dal Ministro Barbara Pollastrini, che prima o poi verranno all'attenzione del Senato. E' quindi ora di aprire una esplicita battaglia culturale e politica all'interno del Pd e se di una sola cosa dobbiamo ringraziare la senatrice Binetti è quella di non essersi mai sottratta, fino al paradosso e alla provocazione, a questa importante battaglia.

Faremo del nostro meglio.

Approfondimento: leggi il testo del decreto convertito (l'emendamento "incriminato" è  Art. 1-bis modificativo della legge Mancino del 3/10/1975)

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MAGDA NEGRI

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