Ripensandoci, ieri è stato davvero un bel 2 giugno, una Festa della Repubblica affrontata con consapevolezza, serietà e responsabilità.
È stato bello veder sfilare i Sindaci, il personale sanitario, il servizio civile, i vigili del fuoco ecc., insieme ai vari corpi militari e alle truppe scelte.
Il discorso del Presidente è stato, come al solito, fermo e razionale.
Ha ribadito, in linea con la Commissione e il Consiglio Europeo, che ogni prospettiva di pace in Europa deve iniziare non solo dal cessate il fuoco, ma dal ritiro dei russi da tutte le zone occupate.
Con altrettanta convinzione penso che le cose non andranno cosi, a meno di affrontare una guerra lunga, congelata o meno.
Ma forse è stato giusto dirlo, perchè cosi vuole il ripristino del diritto internazionale.
Nel centesimo giorno di guerra non si vedono spiragli effettivi di pace e si dilata il rischio di carestie conseguenti alla difficoltà degli sblocchi dei porti carichi di cereali.
100 giorni di guerra ormai, che hanno cambiato la storia e abbattuto le speranze, come testimonia oggi splendidamente su LaStampa Domenico Quirico.