Sono i giorni dei riti repubblicani del passaggio delle consegne, dei dossier, delle congratulazioni e dei suggerimenti.
Bisogna essere sinceri: da molto tempo non si vedeva un passaggio di poteri e funzioni tra premier così civile, pacato e in rigorosa continuità.
La dimensione europea appare, per Meloni, un dettato già scritto, un obbligo cui ottemperare.
Il percorso del governo sembra tracciato entro questi limiti obbligati e obbliganti.
Dove sarà quindi la svolta, la rottura, la novità culturale/politica della destra-destra di governo?
Probabilmente su tutta la materia dei diritti civili e la gestione dei fondi del Pnrr, già contesi tra vari ministri e nelle loro finalità.
Le materie più propriamente sociali, rinnovo dei contratti, pensioni ecc., dovrebbero essere gestite senza sfondamenti del bilancio e tragiche ripercussioni sul debito.
Su questi punti penso che ci sarà l’attrito più acuto tra le varie componenti del governo.
Ma questo clima, celebrativo e irenico, potrebbe svanire da un momento all’altro.. perché tante sono le pulsioni represse, forte è la sfida identitaria dei nuovi venuti, grandi le attese di questo popolo di destra, mutato, che li ha votati.
Noi dobbiamo occuparci di costruire un’opposizione conseguente… Che nelle democrazie liberali dell’alternanza ha lo stesso valore del governo.
Il nostro congresso ha buona materia da discutere e da mettere a terra praticamente.