Due sabati consecutivi all’ATC (assemblea regionale e assemblea provinciale) dedicati all’avvio della conferenza nazionale di ottobre sulla riforma del Pd.
Mi stupisce che i dirigenti regionali, provinciali e i segretari di circolo non si pronuncino ancora con chiarezza sulle alternative lasciate aperte nella relazione di Bersani su: primarie di coalizione, verticalizzazione o meno dei congressi regionali in quello nazionale, limitazione delle primarie per l’elezione dei dirigenti e lo generalizzazione per le cariche monocratiche di governo, etc.
C’รจ una sorta di autocoscienza di massa su ruolo, natura, taglio culturale del Pd, come se quattro anni non fossero passati da quell’ottobre 2006 quando ad Orvieto i gruppi parlamentari di Ds e Margherita, con le relazioni di Gualtieri e Vassallo, posero le fondamenta per l’idea di un partito nuovo fondato sulle primarie con netto profilo programmatico vocato alla trasformazione.
Poi le primarie del 2007, numerose assemblee nazionali, il congresso del 2009, ma sembra di essere sempre all’anno zero con una fondamentale domanda di senso che testimonia il travaglio di un partito ancora in formazione e aperto a ipotesi diverse sul suo futuro. Ci voleva forse un congresso piuttosto che questo appuntamento ibrido tra una conferenza di organizzazione e conferenza di programma.