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Torino: Consiglio Comunale aperto sulla Fiat

In altri tempi non sarebbe andata così. In altri tempi, se Torino avesse convocato tutti i comuni sede di stabilimenti Fiat in crisi, politici, parti sociali e management Fiat ad un confronto così bello e stringente sulla crisi e sui tentativi per risolverla ci sarebbe stata una folla di gente normale intorno al maxi schermo in piazza Palazzo di Città.

Perché il discorso pubblico sulla Fiat è un discorso insieme su Torino e sulla Nazione.

Invece fuori dal consiglio lo scenario era il seguente:  portone blindato, poliziotti in assetto anti sommossa, militarizzazione del centro e centri sociali, Fiom, Sel, Sinistra Critica uniti in un innaturale abbraccio ad esprimere una rabbia ed un disagio certamente motivati ma insufficienti se fine a loro stessi.

All'interno, durante il dibattito, ognuno ha descritto e motivato le proprie posizioni.
Importante il ruolo degli enti locali piemontesi e le risorse messe a disposi per Fiat.
Freddo e reticente il discorso di Rebaudengo, fino al gesto studiato della finta uscita dall'aula quando la delegata CGIL ha accusato la Fiat di ricatto nei confronti dei lavoratori.

Ovunque aleggiava la consapevolezza della crisi della Fiat di Miratori che ha fatto poche decine di giornate di lavoro nel 2011 e prolungherà la cassa integrazione nel 2012, mentre l'incertezza grava sul piano "Fabbrica Italia".

Intanto nei titoli delle agenzia comincia a fare capolino quel termine che fa tanta paura: recessione.

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MAGDA NEGRI

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IL MIO PARTITO