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Un Pd liberale e socialista

Come scalare i 3 milioni di voti che ci separano dal blocco Pdl-Lega? Con il partito a vocazione maggioritaria – dice giustamente Paolo Gentiloni su Europa del 15 luglio – e icasticamente lo descrive come partito-tenda, che ospiti quante più persone possibili, unite da ansia di innovazione, nuovi servizi, pari opportunità. In questo senso "…persone di tutto il mondo unitevi…".

Qui starebbe la sfida dell'identità per il Pd, oltre le policies contingenti e necessarie. Partito dei valori e delle persone, e tanto basti. Discutiamone, ma credo che questa società degli individui-persone, atomisticamente definiti per negazione (non classe/i, non blocco sociale e fin qui ci siamo…) semplicemente non esiste come tale.

Ognuno di noi, nella sua storica individualità, è concretamente intessuto dei suoi legami familiari, parentali, di collocazione sociale e territoriale. Diamo un'occhiata nel rapporto Istat 2007 ai numeri assoluti e percentuali dei "gruppi professionali", ai redditi delle famiglie per numero di figli e per area geografica, all'immaturità della "economia della conoscenza", nel nostro Paese. Anche il più universalistico messaggio e programma della più liberale delle sinistre non può scavalcare la materialità degli interessi in gioco, nel loro libero e regolato conflitto, la durezza della effettiva promozione di eguaglianza nella libertà.

Incomincia in questi giorni il tesseramento nel Pd, di cui abbiamo compiuto l'architettura sostanziale. Molti guardano a noi come a un soggetto politico aperto, forte, utile per il proprio progetto di vita. La crisi anche internazionale porta in grembo per l'Italia un "di più" di potenziale dissoluzione, ripiegamento, scatenamento di egoismi corporativi. In questo senso il Pd sarà sì liberale, ambientalista, solidale, cosmopolita, etc…

Ma anche socialista. O non sarà

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MAGDA NEGRI

www.magdanegri.it

IL MIO PARTITO