Mare grosso grosso come non ho mai visto sullo Jonio.
Non piove più, ma si prepara una notte senza stelle.
Troviamo una tartaruga morta molto grande, più o meno nel posto dove faccio il bagno d’estate.
La giriamo delicatamente con un legno.
Messa diritta ha una sua dignità, non sembra una povera cosa vinta dal mare.
Mi sembra abbia dei parassiti sul carapace.
E qui inizia il faticoso percorso naturalistico.
Che farne?
Cerco su Google il telefono della stazione di studio della biologia marina, aperta ad Amendolara da 3 anni.
Trovo il telefonino di un signore, definito capostaff, che abita altrove e non si considera tale.
Mi dice che non studiano tartarughe morte ma solo vive.
Discuto un po’ ma è irremovibile.
Mi rimanda alla polizia municipale.
Mi chiedono le mie generalità e vogliono sapere esattamente dove si trova.
Dicono che deve intervenire l’Asl e il veterinario che deve fare una relazione.
Dopo dieci minuti mi telefona la guardia costiera di Corigliano Calabro.. lontana almeno 40 Km.
Ancora generalità.. ma questa volta vogliono la descrizione precisa di com’era.
Ha gli occhi chiusi e neri, dico.. mi sembra che abbia parassiti sul carapace..
Con voce di rimprovero mi chiede se l’ ho toccata…
Rispondo di no.
Cercheranno di trovarla e qualcuno farà una relazione.
Scienziati.. polizia municipale.. Asl.. la guardia costiera..
Chissà se è ancora lì o se l’hanno già presa…quella grande tartaruga ancora bellissima e composta.. pur nella morte.