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Magda Negri

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 “In Piemonte non vogliamo un Pd di seconda mano”

Nel 2008 il Pd nascerà dal basso o non nascerà. Le varie organizzazioni regionali del nuovo soggetto politico e anche quella  piemontese decideranno in questi giorni come far nascere il Partito democratico a livello comunale e sovracomunale. Lì, nel territorio, ci sono le energie nuove  e vere, da scovare e fare emergere, non solo l’eredità dei vecchi partiti. Lì troveremo i giovani e le donne che non sono stati “ex qualcosa”. A una condizione però: che si spalanchino le porte della democrazia e della vera competizione di idee. Sui problemi concreti dei territori sia possibile (con le forme già previste a livello regionale) avanzare candidature  per i coordinatori locali, votabili da tutti i cittadini simpatizzanti del centro sinistra, quelli che hanno votato il 14 ottobre e altri nuovi. Si creino intorno ai coordinatori gruppi di lavoro e direzioni, su piattaforme politiche, che siano nuovi e liberi anche dai recenti condizionamenti. In Piemonte il Pd sia una ricchezza e non una gabbia. Il Pd che nascerà tra gennaio e febbraio  nella dimensione territoriale  non deve essere il frutto di una elezione  “di seconda mano".

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Così come Syriza in Grecia non era il futuro profetico per la sinistra italiana, così non dobbiamo considerare che la sconfitta di Miliband in Inghilterra sia esattamente trasponibile nel dibattito della sinistra italiana. In Inghilterra ha pesato potentemente lo straordinario successo del partito nazionalista scozzese. Non facciamo equazioni troppo semplici. In Italia aspettiamo l’esito delle elezioni amministrative. Credo andranno bene, anche se peserà la disaffezione degli elettori vrso le elezioni locali. La formazione delle liste in Campania è il simbolo di un grave problema che si sta determinando nel PD: non basta imbarcare tutti per vincere. Bisogna vincere lealmente, con persone presentabili.

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