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Magda Negri

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Purtroppo il Congresso è stato continuamente rimandato per precise responsabilità, talvolta trasversali, delle correnti del Pd.
Bene Zingaretti che ha messo subito sul piatto la sua candidatura come altri ..Boccia e Ricchetti che sono subito seguiti..
Era l'unico modo per far partire la macchina.
Marcucci a Milano ha proposto di farlo slittare a dopo le europee..
Arrivati cosi tardi rischia di avere un pò ragione anche lui....Sono più ottimista di Emanuele.
Ne usciremo..ma diversi da come siamo entrati.
 
 
A FEBBRAIO VEDREMO COSA RESTERÀ DI QUESTO PD

Oggi “La Repubblica” ci informa su cosa è successo nelle elezioni provinciali in Puglia e particolarmente in quella che unisce Barletta, Andria e Trani – la BAT – dove competevano il centrodestra, il Pd e una lista, scrive Giuliano Foschini autore della corrispondenza, che “fa capo a Michele Emiliano assolutamente trasversale che ha raccolto i transfughi di una parte e dell’altra”. Come è noto, si tratta di un’elezione di secondo livello in cui hanno potuto votare i consiglieri comunali, persone che dovrebbero disporre di una sufficiente formazione politica. Risultato: alla destra 6 seggi, al Pd 4 ed Emiliano 2. Nessuna donna eletta: quasi tutte hanno raccolto zero voti, cioè quelle donne candidate non hanno votato nemmeno per se stesse, erano al servizio dei candidati maschi da eleggere.

Il presidente Emiliano ormai si contrappone al Pd, non solo in questa provincia ma anche nelle altre province pugliesi. Nessuno dimentichi che si tratta, appunto, del Presidente della Regione. Si tratta di una situazione che ci dice molto sulle condizioni politiche del Pd. Il quale, secondo gli ultimo sondaggi elaborati da Demo di Ivo Diamanti, perde due punti in percentuale rispetto al magrissimo risultato delle ultime elezioni politiche del 4 marzo: dal 18,7% al 16,5%. Qualcuno si consola con il fatto che i grillini di Di Maio ne perdono 5 di punti ma la Lega di Salvini risulta aver raddoppiato i voti.

Ma torniamo al Pd che incarna l’opposizione di centrosinistra insieme a forze minori: LeU con il 3,1%, +Europa con il 2,3%, Potere al popolo con il 2,3%. Quel che emerge dal sondaggio è la totale incoscienza dei dirigenti del Pd i quali non si accorgono che quel che prevale nel loro agire politico non è quel che fanno in Parlamento o nei convegni, come il Forum di Milano, ma piuttosto la guerriglia interna in attesa delle primarie che si volgeranno a febbraio. Cioè tra quattro mesi. Insomma, dal 4 marzo 2018 a febbraio 2019 (quasi un anno) questo partito resta ostaggio dello sconfitto Renzi e di chi è incapace di dargli, con la necessaria urgenza, una guida e un profilo politico certi.

In queste condizioni, non solo il Pd non sposta un voto verso la sinistra ma fa incazzare e stufare altri elettori, oltre quelli che Renzi ha consegnato ai grillini il 4 marzo scorso (e forse anche qualcosa alla Lega). Da oggi a febbraio 2019, quindi, il Pd è impegnato nella campagna elettorale interna che si combatte tra 5 o 6 candidati alle famose primarie. A febbraio vedremo cosa resterà di questo Pd.

(2 novembre 2018)

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Presiede: Magda Negri

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Così come Syriza in Grecia non era il futuro profetico per la sinistra italiana, così non dobbiamo considerare che la sconfitta di Miliband in Inghilterra sia esattamente trasponibile nel dibattito della sinistra italiana. In Inghilterra ha pesato potentemente lo straordinario successo del partito nazionalista scozzese. Non facciamo equazioni troppo semplici. In Italia aspettiamo l’esito delle elezioni amministrative. Credo andranno bene, anche se peserà la disaffezione degli elettori vrso le elezioni locali. La formazione delle liste in Campania è il simbolo di un grave problema che si sta determinando nel PD: non basta imbarcare tutti per vincere. Bisogna vincere lealmente, con persone presentabili.

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