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Magda Negri

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Questo articolo di Bini Smaghi, pubblicato su Il Foglio di ieri 21 aprile, può essere considerato la conclusione del dibattito parlamentare che prepara la giornata di domani al Consiglio Europeo.
E' chiaro a tutti, dal primo all'ultimo dirigente militante leghista, come dal primo all'ultimo dirigente dei 5S, che è del tutto insensato rifiutare 36 miliardi del Mes a tassi di interesse bassissimi, finalizzati agli investimenti in sanità, investimenti a vasto spettro.
Lo capiscono tutti, e i paesi che hanno fatto ricorso al Mes duro di qualche anno fa - Spagna, Portogallo, Irlanda e Cipro - si dicono d'accordo ad usare questa linea di credito molto vantaggiosa.
Si dicono pur tuttavia disponibili a usare questa linea di credito agevolata per i prossimi anni, con una scadenza del prestito ancora da definire, forse dai 5 ai 10 anni.
Il costo per una scadenza di 10 anni dovrebbe essere circa lo 0,4%.
L'alternativa, per finanziare le stesse spese, è emettere titoli di stato italiani con la stessa scadenza, con un costo di circa l'1,8%.
Ricorrere a questa linea di credito privilegiata del Mes comporterebbe un risparmio di 570 milioni l'anno, quasi 5 miliardi per l'intero periodo.
Perchè andare contro il buon senso e la ragionevolezza?
Anche Berlusconi stasera, da imprenditore che va al concreto, si pone la stessa domanda.
La questione è strategica, non tattica, non propagandista, il Mes, anche con questa linea di credito privilegiata, è un elemento portante dell'Unione Monetaria Europea.
Senza Mes non è possibile, per i vari paesi, rimanere all'interno dell'area dell'euro.
Senza i finanziamenti del Mes, uno stato che perde l'accesso al mercato ha solo l'alternativa della ristrutturazione del proprio debito: emettere restrizioni sui risparmi dei propri cittadini, costringerli all'acquisto forzoso dei cosiddetti "titoli patriottici".
Senza il Mes la Bce non potrebbe intervenire per acquistare senza limiti titoli di stato del paese in crisi per evitare un aumento insostenibile dello Spread.
La cosa è chiarissima ai teorici della Lega, forse non chiarissima ma istintivamente vissuta dai 5S, parte dei quali ora ci stanno ripensando, ma temo non per motivi di profonda convinzione politica.
Io auguro a Conte di spingere avanti i meccanismi degli Eurobond, del Fondo per la ricostruzione sostenuto dai francesi e dagli spagnoli, e forse domani si prenderà tutti insieme ancora tempo per investire la Commissione di aumentare e usare il bilancio pluriennale dell'area Euro.
Ma la questione tempo non è una variabile.
La liquidità neppure.
Sarà una trattativa faticosa.
Speriamo che Conte, cui non mancano duttilità e abilità, riesca a circumnavigare gli scogli della ideologia.
Gli scogli restano, e la massa rocciosa sotto è molto pesante.

https://www.ilfoglio.it/economia/2020/04/21/news/si-scrive-mes-si-legge-euro-314031/?underPaywall=true 

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Salvare l'Europa: come uscire dal debito e dalla stagnazione

Venerdì 26 febbraio 2016
Sala Viglione, Palazzo Lascaris
Via Alfieri 15
Torino

Presiede: Magda Negri

Intervengono: Davide Gariglio, Mercedes Bresso, Alberto Majocchi, Enrico Morando

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Così come Syriza in Grecia non era il futuro profetico per la sinistra italiana, così non dobbiamo considerare che la sconfitta di Miliband in Inghilterra sia esattamente trasponibile nel dibattito della sinistra italiana. In Inghilterra ha pesato potentemente lo straordinario successo del partito nazionalista scozzese. Non facciamo equazioni troppo semplici. In Italia aspettiamo l’esito delle elezioni amministrative. Credo andranno bene, anche se peserà la disaffezione degli elettori vrso le elezioni locali. La formazione delle liste in Campania è il simbolo di un grave problema che si sta determinando nel PD: non basta imbarcare tutti per vincere. Bisogna vincere lealmente, con persone presentabili.

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